giovedì 20 dicembre 2012

Colpo di mano al Senato sui Parchi


ALLARME DELLE MAGGIORI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE: “COSI’ SI SNATURA LA LEGGE QUADRO SULLE AREE PROTETTE E SI CONSEGNANO I PARCHI NAZIONALI A INTERESSI LOCALI PARTICOLARI”

 Le maggiori Associazioni ambientaliste denunciano un gravissimo colpo di mano della Commissione ambiente del Senato sulla riforma della Legge quadro sulle aree naturali protette. Con il parere favorevole sull’atto del Governo n.527 si è infatti introdotta la previsione di una radicale modifica della composizione dei Consigli direttivi degli Enti Parco prevedendo una composizione di 6 o 10 membri in relazione al numero dei Comuni presenti ed una composizione dei Consigli con la metà dei componenti designati dalla Comunità del Parco (praticamente i Comuni) e l’altra metà su designazione delle Associazioni ambientaliste e delle Associazioni agricole, con la scomparsa dei rappresentanti del mondo scientifico e dei Ministeri competenti.

Per  FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Touring Club e WWF Italia, si tratta di un autentico colpo di mano da parte della Commissione ambiente del Senato che stravolge i delicati equilibri della rappresentanza tra interessi generali nazionali ed interessi locali garantiti fino ad oggi dalla Legge quadro sulle aree naturali protette n.394 del 1991. L’ingresso dei rappresentanti delle Associazioni nazionali degli agricoltori a discapito del mondo universitario e delle Associazioni scientifiche farebbe prevalere inevitabilmente gli interessi di un particolare settore economico rispetto all’interesse generale della conservazione del nostro patrimonio naturale, missione esclusiva degli Enti parco nazionali. Allo stesso tempo l’eliminazione dei rappresentanti dei Ministeri con l’esclusiva presenza di rappresentanti dei Comuni o altri Enti Locali sposterebbe ulteriormente gli equilibri verso gli interessi locali dei territori protetti, marginalizzando l’indispensabile ruolo nazionale dei Ministeri compententi.

Per le sette Associazioni ambientaliste le indicazioni  della Commissione ambiente del Senato sono un autentico colpo di mano, perché si cerca negli ultimi giorni utili prima della fine della Legislatura d’introdurre modifiche della Legge quadro 394/1991 per decreto dopo la controversa discussione su proposte di legge con analoghi contenuti sulle quali si erano già riversate le aspre critiche del mondo ambientalista. Le Associazioni auspicano a questo punto una opportuna correzione di rotta da parte della Commissione ambiente della Camera che recuperi le uniche proposte sulle quali vi era già una sostanziale condivisione.

FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Touring Club e WWF Italia chiedono a deputati della Commissione ambiente della Camera la trasmissione del parere positivo sull’atto del Governo n.527 in esame riprendendo l’impostazione prevista dalla PdL n.4240 – B, relativa a “Modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152, e altre disposizioni in materia ambientale”, la cui discussione ed approvazione è ormai impossibile in relazione al termine anticipato della Legislatura.

In particolare le Associazioni chiedono di sostenere una composizione dei Consigli direttivi dei Parchi nazionali con sei rappresentanti di cui tre esperti di provata competenza nella conservazione della natura indicati dalla Comunità del Parco (essenzialmente i Comuni), un esperto indicato dall’ISPRA (Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale), un esperto indicato dal Ministero dell’Ambiente ed un esperto indicato dalle Associazioni ambientaliste.

Questa composizione dei Consigli direttivi degli Enti Parco nazionali consentirebbe la soluzione rapida di un problema urgente relativo al mancato rinnovo dei Consigli direttivi scaduti da tempo e definisce una norma che consente il recepimento di provvedimenti per la riduzione della spesa pubblica che imponevano la riduzione del numero dei componenti i Consigli direttivi, garantendo il principio della maggioranza della rappresentanza degli interessi nazionali rispetto alle designazioni da parte degli Enti Locali.

Le proposte di modifiche alla Legge quadro sulle aree naturali protette relative alla sola composizione dei Consigli direttivi sono giustificate dall’esigenza di assicurare un’efficiente gestione degli Enti Parco e risolvere alcuni problemi urgenti determinati dal mancato rinnovo degli organi di gestione già scaduti ed in prospettiva la difficoltà a provvedere al rinnovo per quelli in scadenza nei prossimi mesi.

Se la Commissione ambiente della Camera dovesse condividere le osservazioni presentate dai colleghi del Senato si scriverebbe una brutta pagina per la conservazione della natura nel nostro paese, con una proposta di soluzione dei problemi di gestione dei parchi che in prospettiva aggraverebbe invece ulteriormente la situazione attuale già critica. 

sabato 8 dicembre 2012

Il Wwf premia il tuo Natale!

Anche quest’anno Natale arriva puntuale, e come sempre le nostre case vengono addobbate  per festeggiare in allegria e scambiarsi doni con amici e famigliari, ma non dimenticate di farlo sempre all’insegna della sobrietà e della  sostenibilità ambientale.

Per questa occasione la neonata sezione wwf Marsica intende festeggiare il suo primo natale regalando una tessera annuale Socio WWF (rivista trimestrale Panda, visita gratuita di più di 100 Oasi WWF) a chi tra voi invierà una foto del proprio albero di natale, ma dovrà essere  un albero “speciale”: allegro, originale e soprattutto amico dell’ambiente.

L’invito che vi facciamo è quello di rinunciare all’idea di acquistare alberi artificiali o appositamente coltivati e di diventare voi stessi creatori del simbolo natalizio più diffuso al mondo. Come realizzarlo? Direttamente dal decalogo natalizio wwf arriva qualche piccolo suggerimento: si possono addobbare piante già presenti in casa o nel vostro giardino, fare simpatiche composizioni con rametti secchi trovati qua e là, creare addobbi dando vita ad oggetti considerati inutili o da buttare…insomma date libero sfogo alla vostra creatività verde! 

Inviate 3 foto (una che ritrae l’albero per intero e due che catturano particolari dell’albero) entro e non oltre il 31 dicembre 2012 e accompagnatele con una breve descrizione del vostro albero all’indirizzo email wwfmarsica@gmail.com

Il 6 gennaio 2013 L’albero di natale più ecofriendly verrà premiato e la foto pubblicata sulla nostra pagina facebook e sul nostro blog.

 BUON NATALE!

domenica 2 dicembre 2012

GRUNT: antidoto alla disillusione


Più di trent’anni fa si registrò, nella nostra zona come in buona parte d’Italia, la scoperta delle problematiche ambientali, un' esplosione virulenta di interesse in grado di raggiungere e coinvolgere, per la prima volta, larghi strati di opinione pubblica. A metà degli anni novanta, una brusca ritirata, un riflusso che ha confinato il tema ambiente ad ornamento della vita della città, marginalizzato dal patto di potere stretto, dalle stesse cordate che ancor oggi sopravvivono e vediamo all’opera, intorno al cemento, da politici e costruttori.
Oggi, che i risultati della unidimensionalità dell’approccio sono sotto gli occhi di tutti, senza demonizzare alcuno, crediamo sia giunto il momento di un ritorno di attenzione e di analisi verso alcune criticità ambientali di Avezzano, non più eludibili.

Gli scritti che troverete all'interno di GRUNT (se mai aveste voglia di dedicare un pò del vostro tempo alla lettura di questo nostro  numero zero) costituiscono un primo tentativo di affrontare, con un riepilogo dei fatti ed un’analisi, la dibattuta questione dell’isola/area pedonale (già che per indicare quella zona del Quadrilatero vi siano più termini…).....

Per saperne di più e leggere tutti gli articoli contenuti in GRUNT  SCARICA IL PDF

Buona lettura!

sabato 1 dicembre 2012

Il suono del mio passo


..."Mi piaceva molto la corsa da ragazzo; quando giocavo a hockey su prato, andavo allo stadio almeno una mezz’ora prima degli altri per sgambettare senza impegno ed in santa pace sotto il sole. Ho smesso di correre quando ho riflettuto sulle lepri, sulle volpi e sui camosci liberi in montagna: ho capito che noi umani non siamo animali fatti per compiere azioni del genere"...

Vi consigliamo vivamente la lettura di  "Il suono del mio passo", di Giuseppe Pantaleo.

 Passeggiare è un modo – forse il migliore – per conoscere un paese o una città. Nell’epoca dell’automobile e del Gps, siamo portati ad ignorare le strade strette ed i cul de sac per quanto lunghi ed importanti. L’altezza degli occhi è la migliore per osservare la quasi totalità delle cose sotto molte angolature, la velocità è quella giusta. Si può rallentare e ci si può fermare quasi ovunque e con i cinque sensi in funzione...

BUONA LETTURA!

Appello ai cittadini

WWF E ANIMALISTI: DEPOSITATO IL RICORSO AL TAR CONTRO CACCIA A CERVO E CAPRIOLO IN ABRUZZO.

Aiutate le associazioni a sostenere le spese per i ricorsi sulla caccia.

Il WWF e gli Animalisti Italiani nei giorni scorsi hanno depositato al TAR L'Aquila il ricorso contro l'approvazione da parte della Giunta regionale della Regione Abruzzo di un regolamento che apre la strada alla caccia al cervo e al capriolo.

Il Documento “Indirizzi generali per la gestione delle popolazioni di Cinghiale e principi generali per la gestione delle popolazioni di Cervo e Capriolo” era stato approvato dalla Giunta Regionale nel 2011, ma stranamente la delibera era stata pubblicata sul BURA solo il 26 settembre 2012 probabilmente per permettere l'immediata approvazione di ulteriori provvedimenti attuativi all'Amministrazione Provinciale di Pescara il 4 ottobre (discussione poi rinviata a causa dei dubbi insorti tra gli stessi cacciatori).


Alla pubblicazione sul BURA è seguita una forte presa di posizione da parte dell'opposizione in Consiglio Regionale sulle modalità di approvazione del documento che avrebbe leso le prerogative del Consiglio. I dubbi dell'opposizione hanno trovato conferma nel parere del Collegio per le Garanzie Statutarie della Regione che confermava la natura regolamentare del provvedimento e, quindi, la competenza del Consiglio Regionale e non della giunta per la sua approvazione.
Dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia “La Giunta Regionale a seguito del parere del Collegio avrebbe dovuto immediatamente ritirare la Delibera ammettendo di aver compiuto un passo falso. Abbiamo aspettato fino all'ultimo un ravvedimento operoso che non c'è stato e siamo stati costretti a depositare l'ennesimo ricorso al TAR in materia di caccia. E' deprimente pensare quante risorse pubbliche – tra impegno dell'avvocatura, dei giudici e dei funzionari – si devono perdere per un provvedimento che non solo è stato censurato dal Collegio delle garanzie Statutarie ma che ha visto una vera e propria sollevazione popolare dei cittadini abruzzesi che sono contrari alla mattanza di animali come cervo e capriolo. Il buon senso avrebbe consigliato di evitare un inutile contenzioso visto che il provvedimento, a nostro avviso, è illegittimo non solo per la procedura di approvazione seguita ma anche per i contenuti. Infatti vi sono evidenti contrasti con la Legge 394/91 sui parchi, visto che il regolamento prevede che siano le province ad autorizzare l'ingresso di cacciatori nelle aree protette in aperta violazione delle norme nazionali. Purtroppo il Presidente Chiodi ha perso un'occasione per richiamare il suo assessore Febbo ad una gestione della materia venatoria più attenta alla tutela degli interessi collettivi e non a quella delle parti più estremiste del mondo venatorio, dopo anni di sconfitte davanti a TAR, Consiglio di Stato e Corte Costituzionale, . Ringrazio l'Avv. Michele Pezone che ha curato l'atto e faccio appello ai cittadini abruzzesi affinché aiutino le due associazioni a sostenere le spese per tutti questi contenziosi”.
per info e contatti : WWF Abruzzo - abruzzo@wwf.it

mercoledì 28 novembre 2012

Parco Nazionale della Costa Teatina


WWF: “MEGLIO IL COMMISSARIAMENTO”
Persi negli anni milioni di euro di finanziamenti che avrebbero creato lavoro e aiutato l’economia locale. Il sostanziale fallimento di una politica regionale incapace di decidere. Ancora una volta la Regione Abruzzo ha deciso di non decidere cercando di dilazionare ulteriormente un provvedimento, la perimetrazione del Parco Nazionale della Costa Teatina, atteso dal 2001. È l’ennesimo fallimento di una classe dirigente che non è capace di dare concretezza alle ipotesi di sviluppo “verde” legate ai concetti di Abruzzo regione dei Parchi e Abruzzo regione verde d’Europa. A questo punto il WWF chiede al Ministero dell’Ambiente di procedere in autonomia e di restituire agli abruzzesi, con la nomina di un commissario governativo, lontano dalle piccole logiche locali, la speranza di un futuro migliore.

L’arrivo di un commissario del resto non sancirebbe il fallimento della classe politica locale, perché questo fallimento è già nei fatti, consolidato da un ritardo ormai decennale. Anno dopo anno vengono stanziati fondi per il Parco, che poi tornano indietro. Il ritardo nella perimetrazione ha già comportato la perdita di milioni di euro sotto forma di finanziamenti che avrebbero potuto creare lavoro e sostenere le imprese locali. 

“Non ci aspettavamo – commenta il presidente del WWF Abruzzo Luciano Di Tizio – che la Regione potesse rinsavire dopo aver dimostrato più volte in questi ultimi anni di avere maggiormente a cuore gli interessi di pochi piuttosto che quelli della collettività. Del resto la bocciatura da parte del Ministero della assurda proposta di un parco a isole sarebbe rimasta nei cassetti, nascosta a tutti, se non fosse stata resa pubblica dal WWF. Si prenda atto della consolidata incapacità decisionale del governo regionale e si proceda con il commissariamento. Si può fare in tempo, con l’opera di un commissario ministeriale non coinvolto con la politica locale, a varare il Parco già nella prossima primavera, proiettando l’Abruzzo verso prospettive di vivibilità e di sviluppo di grande rilievo, a vantaggio di tutti i cittadini e delle attività produttive, soprattutto quelle legate al turismo, all’agricoltura e all’artigianato”.

venerdì 26 ottobre 2012

Uomini e Orsi


martedì 23 ottobre 2012

STOP caccia al cervo e al capriolo

Il WWF: "Ora Chiodi ritiri ufficialmente la Delibera".

 

Plauso all'azione del Consigliere Acerbo e degli altri 11 consiglieri di opposizione che avevano sollevato il caso. Febbo e i suoi dirigenti inanellano sconfitte su sconfitte sul fronte venatorio.

Il WWF esprime piena soddisfazione per il parere del Collegio delle Garanzie Statutarie della Regione Abruzzo che ha riconosciuto l'invasione di campo esercitata dalla Giunta Regionale sulle prerogative del Consiglio Regionale per quanto riguarda l'apertura alla caccia a Cervo e Capriolo.

Da subito il WWF aveva segnalato le numerose incongruenze e le gravissime illegittimità del regolamento approvato dalla Giunta Regionale, come, ad esempio, la possibilità per le province di autorizzare l'ingresso dei cacciatori nelle aree protette per sparare. Tale aspetto è contrario addirittura alla legge nazionale sui parchi 394/91.

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente nazionale del WWF “In questi pochi anni la Giunta Chiodi, l'Assessore Febbo e i dirigenti dell'Assessorato Agricoltura hanno subito plurime bocciature da ogni organismo di garanzia chiamato a verificare la legittimità dei loro atti in materia di caccia. Prima il TAR, poi addirittura la Corte Costituzionale, ora anche il Collegio delle Garanzie Statutarie della stessa Regione Abruzzo sanciscono il fallimento di questa politica venatoria. E' possibile continuare in questo modo a gestire il preziosissimo patrimonio naturalistico della regione? Chiediamo al Presidente Chiodi di revocare immediatamente la Delibera contestata poichè altrimenti la Regione Abruzzo rischia una nuova sconfitta davanti al TAR a cui dovremo comunque ricorrere visto che il parere del Collegio, seppur autorevole, non produce automaticamente l'annullamento della delibera. E' un appello che lanciamo anche per evitare ulteriore sperpero di denaro pubblico, visto che un ricorso al TAR impegnebbe gli uffici regionali e l'avvocatura che sono pagati dai contribuenti. E' una delibera palesemente illegittima ma, soprattutto, contraria alla sensibilità della stragrande maggioranza dei cittadini abruzzesi e dei turisti che vuole vedere nei nostri parchi e nel resto del territorio animali liberi e non personaggi con un'arma a tracolla”. 

lunedì 22 ottobre 2012

Filovia a Pescara: Fermare i lavori!


Il WWF invita a fermare i lavori e ad abbandonare un progetto da sempre considerato errato: solo così si potrà iniziare a lavorare per trovare una soluzione valida ai problemi di mobilità. 

L'arch. Sorgi si astenga da qualsiasi altra decisione sul progetto.

“E' sceso il sipario con la parola fine sul progetto della Filovia a Pescara, siamo ai titoli di coda”. E' questa, secondo il WWF, la deprimente conclusione cui si avvia una vicenda che ha visto clamorosi errori procedurali resi evidenti dalle pesanti conclusioni della Commissione Europea e dall'intervento della Magistratura pescarese. In questi anni, ad aggravare la situazione è stata anche l'ostinazione di alcuni protagonisti della vicenda, a partire dal Presidente della Commissione Regionale V.I.A. arch.Sorgi fino ad arrivare al presidente della G.T.M. Russo (con il suo predecessore Renzetti) che in tutti i modi hanno cercato di non ammettere ciò che era evidente anche solo leggendo le poche righe delle norme europee: la Valutazione d'Impatto Ambientale era obbligatoria e la decisione del 2008 del Comitato V.I.A. di escluderla era sbagliata.

In questi anni le associazioni e i comitati di cittadini hanno cercato in tutti i modi di spiegare ciò che appariva da subito un ovvietà. I rappresentanti del WWF parteciparono anche ai “cosiddetti tavoli tecnici” al Comune di Pescara evidenziando le tante criticità del progetto ma i vari amministratori comunali presenti dissero che non era competenza del Comune approfondire l'argomento. Si può sostenere che la realizzazione o meno di un progetto da decine di milioni di euro non è nell'interesse della città intera?
Già che ad ottobre 2010 il WWF aveva scritto all'arch. Antonio Sorgi per evidenziare che l'opera doveva essere assoggettata a Valutazione d'Impatto Ambientale. Il dirigente non rispose e per questo l'associazione decise di inviare agli inizi del 2011 un dettagliato esposto alla procura di Pescara e alla Commissione Europea.


Successivamente, a luglio 2012, il WWF presentò un secondo esposto alla Procura ed alla Commissione UE evidenziando i contenuti di alcune note con cui lo stesso arch. Sorgi rispondeva alle richieste di chiarimento dell'Unione Europea. A parere dell'associazione tali note apparivano del tutto fuorvianti. Questa corrispondenza, rimasta ignota fino ad allora, fu divulgata ai cittadini abruzzesi solo grazie alla stampa. Lettere che evidentemente dovevano rimanere “riservate”, tanto da spingere la Regione Abruzzo a denunciare la loro divulgazione alla Procura! Il WWF fa notare un particolare che ai più è sfuggito ma che è di enorme portata: la Commissione V.I.A. a luglio 2012, presieduta sempre dall'arch. Sorgi, a seguito di specifica richiesta della Procura non provvedeva a sospendere del tutto i lavori ma imponeva solo di evitare di installare materiale relativo alla guida vincolata “immateriale”. In realtà l'arch. Sorgi era già a conoscenza almeno da quattro mesi, da quanto ci risulta, che la Commissione Europea aveva posto espliciti quesiti alla Regione Abruzzo sull'installazione dei pali e dei fili sulla cosiddetta strada parco. Fin da allora era del tutto evidente che la partita si sarebbe giocata sui pali e non sui piccoli magneti. Non sappiamo se tutti i presenti quel giorno furono avvertiti dell'esistenza di tale corrispondenza. Ricordiamo altresì che l'arch. Sorgi neppure rispose alla richiesta di audizione presentata per quella seduta del comitato. La Regione non spiegò alla U.E. la situazione dei pali e solo grazie al secondo esposto del WWF la Commissione Europea fu informata dettagliatamente della situazione. 

Per il WWF sono questa condotta e il palese fallimento della procedura di approvazione a rendere inopportuno qualsiasi ulteriore interessamento dell'arch. Sorgi a questo progetto a partire dalla riunione del Comitato V.I.A. di domani. Ciò al di là della stessa inchiesta in corso. In relazione agli sviluppi futuri di questa opera il WWF,dopo un'attenta analisi della normativa e della giurisprudenza, è arrivato alla conclusione che è del tutto impossibile procedere ad una Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria”, come ancora sostiene qualcuno. Il Consiglio di Stato si è espresso più volte sull'argomento escludendo tale possibilità perché la valutazione ambientale deve precedere qualsiasi altra autorizzazione. Una recente sentenza della Corte di Giustizia europea, ribadendo che la V.I.A. è uno strumento preventivo, evidenzia come il Diritto di uno Stato dell'Unione possa teoricamente prevedere, in casi del tutto eccezionali, una cosiddetta V.I.A. “in sanatoria”. In Italia tale norma semplicemente non esiste; anzi, il Testo Unico sull'Ambiente D.lgs.152/2006 la esclude esplicitamente. Per questo non solo vi è giurisprudenza univoca sull'argomento ma il TAR Brescia ha addirittura condannato la Regione Lombardia a pagare i danni ai cittadini che si erano sentiti defraudati dallo svolgimento di una V.I.A. “a posteriori”. Cosa succederebbe se migliaia di abitanti in quella zona presentassero richiesta di danni alla Regione Abruzzo nel caso si svolgesse una V.I.A. illegittima?

La Corte di Giustizia Europea evidenzia inoltre che comunque una Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria” dovrebbe avvenire lasciando del tutto impregiudicati i possibili esiti della stessa (per esempio, l'opzione zero). Scrive la Corte Europea: “Non se ne può evincere che lo studio correttivo sull’impatto ambientale, effettuato al fine di rimediare alla mancata valutazione così come prevista e organizzata dalla direttiva 85/337 modificata, essendo il progetto già stato realizzato, sia equivalente allo studio sull’impatto ambientale antecedente al rilascio dell’autorizzazione, richiesto e disciplinato dalla suddetta direttiva.” Poiché l'opera ha già alterato lo stato dei luoghi, paradossalmente anche per l'insensata scelta di continuare a testa bassa i lavori, appare del tutto impossibile procedere a sanare l'intervento. Il WWF pertanto, avendo già esaminato attentamente la situazione, impugnerà e denuncerà qualsiasi tentativo di perseguire un illegittimo parere “a posteriori”. Ovviamente nei prossimi giorni con gli avvocati si valuteranno anche tutti i profili relativi al corretto uso delle risorse pubbliche e non è da escludere che l'associazione possa rivolgersi anche alla Corte dei Conti.

Ormai l'unica strada sensata è quella di bloccare immediatamente i lavori, abbandonare un progetto errato, ripristinare i luoghi e discutere, insieme ai cittadini e con buon senso una strada di uscita che consenta di risolvere i problemi della mobilità a Pescara e nell'intera area metropolitana.

INFO: 3683188739 - 3338391147

lunedì 15 ottobre 2012

Rifiuti: Abruzzo lontano dall' Europa

                                      

In questi giorni sono tornati d'attualità i limiti della gestione dei rifiuti: diversi Comuni della Provincia di Chieti si sono visti rifiutare il conferimento dell'organico negli impianti del CIVETA, dal momento che le vasche di trattamento risultavano essere "quasi tutte piene a causa di una grande mole di conferimenti" (così riportato da organi di stampa), e costretti a conferire in impianti dell'Emilia Romagna. Una scelta che, dopo aver portato quasi al blocco della raccolta differenziata (con la frazione organica non raccolta, comprensibili disagi e possibili rischi sanitari per i cittadini), ha portato notevoli aggravi ai bilanci comunali.

Una situazione paradossale, dal punto di vista ambientale ed economico, che penalizza proprio i Comuni più “virtuosi" che hanno raggiunto altissime percentuali di raccolta differenziata, e che dimostra, ancora una volta, le grandissime carenze della nostra regione nello smaltimento della frazione organica, che dovrebbe essere invece il "fiore all'occhiello" di una gestione dei rifiuti efficiente.

La direttiva Europea 98/2008 impone agli Stati una gestione virtuosa e ambientalmente sostenibile del ciclo dei rifiuti, stabilendo già nel Preambolo che "la priorità principale della gestione dei rifiuti dovrebbe essere la prevenzione ed  il riutilizzo e il riciclaggio di materiali", che "dovrebbero preferirsi alla valorizzazione energetica dei rifiuti", mentre le leggi nazionali stabiliscono precisi obiettivi nella percentuale da raggiungere di raccolta differenziata (il 65% entro la fine del 2012). Il raggiungimento del 40% di raccolta differenziata  non può essere considerato dall'Assessore Di Dalmazio un successo (anche perché, accanto a rare "punte di eccellenza" abbiamo comuni dove la raccolta sfiora o addirittura resta sotto il 20%), tanto da lanciare entusiasta  "un'ora della termovalorizzazione", che non serve e non risponderebbe alle esigenze impiantistiche dell'Abruzzo. Dovrebbe piuttosto ragionare su come portare la nostra regione agli standard e agli obiettivi italiani ed europei, dato che, raggiunto il 40%, resta ancora un 25% di ritardo dall'Europa e dalle esperienze italiane più avanzate.

E' da almeno 12 anni (quando per la prima volta si tentò di riscrivere il Piano Regionale dei Rifiuti) che si continua a ipotizzare la realizzazione di inceneritori nella nostra regione. Questi impianti, non ci stancheremo mai di ripeterlo, sono fonti primarie di emissioni nocive (molte delle quali cancerogene, come le diossine e le polveri sottili), nonché costosissimi e con lunghi tempi di costruzione (10 anni almeno). Anni nei quali, mentre a cadenza più o meno regolare si tornava a riproporre l'incenerimento, si è accumulato questo gravissimo e inaccettabile ritardo.

Ma adesso è giunto il momento di cambiare rotta! Invece di spingere nella creazione di inceneritori o di impianti di trattamento di rifiuti tossici e nocivi, la situazione creatasi in queste settimane in Provincia di Chieti mostra chiaramente quale sia la strada da percorrere: la realizzazione di efficienti impianti di compostaggio, in grado di sostenere i volumi di frazione organica conferiti dai Comuni del comprensorio, rendendo autosufficiente l'Abruzzo e i suoi territori e incentivando così i Comuni in ritardo sulla raccolta differenziata ad adeguarsi velocemente ai limiti di legge, senza penalizzare, ma anzi incentivando, "raccolte virtuose".


Ines Palena,
Presidente Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina

martedì 25 settembre 2012

Acqua in Abruzzo: quale futuro?



In mezz'ora...Le regole sul futuro dell'acqua in Abruzzo saranno decise dal comitato VIA giovedì prossimo in pochi minuti.

Il WWF: inaccettabile, la siccità non ha insegnato nulla. I problemi di sorgenti, fiumi, captazioni e depurazione affrontati nel tempo di un'intervista della Annunziata.


Le regole che riguardano il futuro dell'acqua in Abruzzo, tra fiumi ridotti a fogne, captazioni incontrollate, siccità e sprechi, saranno decise in 30 minuti, tra le 14:00 e le 14:30 di giovedì prossimo al Comitato VIA della Regione Abruzzo.
Infatti, il Comitato sarà chiamato ad esprimersi con questo tempo a disposizione sul Piano di Tutela delle Acque, principale strumento di gestione della risorsa idrica, atteso dal 2001.
Lo stesso giorno il Comitato V.I.A. dovrà altresì esprimersi su decine di altri progetti, tra cui cave, concessioni per ricerca di idrocarburi, impianti per rifiuti.

Tornando all'acqua, il Comitato dovrà dare il suo parere sulla Valutazione di Incidenza Ambientale del Piano per tutti gli effetti che avrà su decine dei siti naturalisticamente più importanti della Regione , corrispondenti a oltre il 30% del territorio regionale (come i tre parchi nazionali del Gran Sasso, della Majella e d'Abruzzo, il parco regionale Sirente-Velino e decine di altri siti tra i più famosi della regione, dalla montagna al mare). In questi territori sono presenti i maggiori acquiferi della regione ed è concentrata gran parte della biodiversità abruzzese. Inoltre, molti dei grandi bacini idroelettrici sono localizzati proprio in queste aree (basti pensare a Barrea e Campotosto). Una situazione di grande complessità dove gli equilibri ambientali sono già saltati da tempo per il sovrasfruttamento della risorsa idrica.

Il WWF esprime, quindi, forti critiche per le modalità assolutamente inadeguate con cui si intende procedere all'esame di questo fondamentale strumento di gestione che, una volta approvato, durerà per decenni. Gli stessi contenuti del Piano sono stati aspramente criticati dalle associazioni ambientaliste poichè si rimanda al 2027 la riqualificazione di molti fiumi a fronte di un obiettivo comunitario posto al 2015.
Inoltre la quantificazione del Deflusso Minimo Vitale da lasciare ai fiumi è stato calcolato in maniera sostanzialmente errata e si rischia addirittura di consentire nuove captazioni proprio nei siti naturalisticamente più importanti. Il WWF aveva recentemente stigmatizzato il Piano anche da un punto di vista scientifico in quanto gli elaborati contenevano strafalcioni e addirittura l'indicazione di specie inesistenti per i fiumi abruzzesi.

Dichiara Luciano Di Tizio, presidente della sezione regionale del WWF “La Regione Abruzzo, pur essendo molto ricca di acqua, ha un sistema di gestione drammaticamente fallimentare, come dimostra lo stato pietoso di molti fiumi della regione derivante da captazioni e scarichi incontrollati. Pensare di poter valutare in 30 minuti quel Piano che dovrebbe risolvere questi enormi problemi è surreale, anche perchè gli stessi elaborati contengono criticità grandissime; ad esempio non fanno alcun riferimento alla questione dei cambiamenti climatici che sul ciclo idrico e sulla biodiversità stanno avendo effetti drammatici che sono sotto gli occhi di tutti. Il Dr. Sorgi, nonostante le plurime sconfitte che subisce il comitato VIA davanti ai TAR e non solo, continua a convocare il comitato con modalità palesemente inaccettabili che, a nostro avviso, contribuiscono a far permanere la nostra regione in un medioevo ambientale".

mercoledì 19 settembre 2012

Scendere dal titanic


Di Sefora Inzaghi (Tratto dal suo blog Mamma Terra)


Ha avuto un grande successo l'incontro tenutosi sabato 15 settembre a Trasacco con il dott. Stefano Montanari e il suo film "Sporchi da morire".
L'evento ha visto la partecipazione di molti cittadini e, ahimè, pochi amministratori locali: questo mi fa pensare...

La crisi ambientale che stiamo vivendo rivela un modello di gestione economica ed ambientale fallimentare sotto ogni punto di vista. Una delle principali minacce ambientali con cui da sempre ci si "scontra" è la quantità di rifiuti che continuamente produciamo ed emettiamo nell'ambiente.
"Dove mettiamo tutti questi rifiuti?". Bhè dopo aver visto Sporchi da morire posso dirvi con fermezza e profonda convinzione che la risposta non esiste, per il semplice fatto che è la domanda ad essere sbagliata!
Per anni abbiamo provato a nascondere i rifiuti sotto terra, ad affondarli negli oceani o a bruciarli negli inceneritori e cosa abbiamo ottenuto? Niente, se non di avvelenare l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo e il cibo che mangiamo. Praticamente abbiamo trasformato un problema in un altro....letale oserei dire, è come se fossimo sul Titanic inconsapevoli (o forse si) che l'iceberg è vicino!

Le questioni legate ai rifiuti non sono solo ambientali, ma anche economiche; si perché è chiaro a tutti che cQualcuno che trae profitto da ogni singolo sacchetto di immondizia che noi produciamo e ha tutto l'interesse a lasciare le cose così come stanno; chiamatelo Politica, Mercato, Mafia, dategli il nome che più vi piace perchè in ogni caso ciascuno di essi rivela che la nostra società è governata solo da decisioni basate sui soldi e sul potere.
Ma noi possiamo fare molto: possiamo indurre la Politica e il Mercato a cambiare iniziando noi per primi a reinventare il nostro stile di vita trasformandoci da consumatori a consumatori critici, acquistando prodotti locali, (magari aderendo ad un gruppo d'acquisto solidale), acquistando beni durevoli e non usa e getta, preferendo prodotti biologici  e riciclabili a prodotti che non lo sono, premiando le industrie virtuose a quelle di stampo coloniale che strozzano i Paesi poveri produttori di materie prime...e questi sono solo alcuni esempi, ma molto altro si può e si deve fare per scendere dal Titanic. 

Perché produciamo tanti rifiuti? Perché abbiamo bisogno di prodotti e servizi che a loro volta producono sostanze nocive? Perché l'Industria non può cambiare i metodi di produzione in modo da produrre meno rifiuti? Perché la Politica non interviene? Queste sono le domande giuste da fare, e solo quando inizieremo a porcele avremo le risposte che portano alla prevenzione anziché al controllo dell'inquinamento, alla riduzione invece che alla gestione dei rifiuti.
Se davvero volete capire cosa c'è dietro ogni decisione su questioni ambientali, la prima domanda che dovete porvi è "Chi trae profitto da ciò?". In secondo luogo "Chi pagherà?". Solo a questo punto avrete identificato entrambi i lati della questione e potrete decidere se essere parte del problema o della soluzione. (cit.)

domenica 16 settembre 2012

Basta 'monnezza!

 

Di Valter Frigioni


E siamo alla II giornata ecologica in poco meno di 2 mesi. Dopo Pescina, eccoci a Luco di Marsi!
E’ domenica 02 settembre, la giornata inizia sotto i migliori auspici: la pioggia attesa in mattinata è assai improbabile, visto che il sole splende sul borgo marsicano.

Sono le 8.30 e nonostante la festività piazza Umberto I si va animando: oltre ai classici avventori dei bar, che consumano lauta colazione e gli operatori ecologici già a lavoro, iniziano ad arrivare  un nutrito gruppo di giovani scout di Luco e i rappresentanti delle varie associazioni locali promotrici e aderenti all’iniziativa, anche qualche canuto rappresentante dei compaesani più anziani si aggrega patriotticamente al gruppo. 

Dopo una breve presentazione dell’assessore comunale all’Ambiente, Antonello Gallese, ci si divide in tre gruppi, per coprire altrettante zone del circondario del paese. Alla STL WWF Marsica, coadiuvata dalla concittadina Elisa, spetta una zona piuttosto alberata: via Fratacchione, che porta nei pressi del convento dei frati cappuccini. Si procede raccogliendo cartacce, pacchetti di sigarette vuoti, plastica, bottiglie di vetro; il primo sacco è pieno, ma il … brutto deve ancora arrivare.
Salendo di quota ecco la prima piccola discarica, a dire il vero sembra essere il retro bottega di un idraulico: a terra, in mezzo ai classici calcinacci, spunta una tazza del w.c. di colore rosa, un bidet bianco (neanche tanto ben abbinato) e poi pure lo sciacquone (non ci facciamo mancare nulla). Più avanti la triste sorpresa: una vera e propria discarica a cielo aperto dove ammassati troviamo televisori, pneumatici, tegole, aspirapolvere, vetro in quantità, materassi, amianto, ma soprattutto siringhe; dulcis in fondo scarti di macelleria con identificativi degli animali macellati. Ammucchiamo alla meglio, qui ci vorrebbe l’esercito, ma lo segnaleremo al Comune.

Procediamo sino alle 12.30 circa, sulla sommità della strada sembra di essere sulla pedana del lancio del peso (atletica leggera): tra i rovi altri 7-8 sacconi neri si riempiono di ogni schifezza (il reportage sulla pagina facebook del WWF Marsica è più che significativo); qui comunque il segno dell’inciviltà umana raggiunge veramente il suo apice, mentre i rovi, con il tempo, cercano di nascondere il passaggio dell’homo “poco” sapiens! È ora però di tornare in piazza per differenziare almeno parte dei rifiuti e fare il punto della giornata ecologica. 

Nel pomeriggio la Segen, ditta incaricata dello smaltimento dei rifiuti del comune di Luco dei Marsi, ha provveduto a rimuovere tutto il materiale accumulato; la discarica più grande andrebbe però recintata previo sequestro: staremo a vedere!

Se più persone prendessero parte a queste iniziative, avrebbero modo di vivere in prima persona l’effetto devastante delle azioni scellerate che minacciano la conservazione dell' ambiente. Siamo convinti che è solo attraverso la  partecipazione attiva e consapevole dei cittadini  che le comunità saranno capici di progettare e costruire il proprio futuro.

domenica 9 settembre 2012

Proiezione film: Sporchi da morire



SABATO 15 SETTEMBRE 2012 ORE 16.00
AUDOTORIUM SCUOLA MEDIA DI TRASACCO. 

Cari Lettori, Ci piacerebbe invitarvi personalmente uno ad uno, ma dato che la cosa è fisicamente impossibile affidiamo il nostro invito a questo post.

Sabato 15 settembre, ci sarà la proiezione del Film evento Sporchi da morire, con la partecipazione dell’illustre dott. Stefano Montanari, che da anni si batte contro gli inceneritori. Impegnati in questa lotta con lui ci sono tanti medici, non solo italiani, studi, ricerche, comitati, decine di migliaia di nominativi e sua moglie, dott.ssa Antonietta Gatti chedi recente è stata insignita del titolo di Fellow dell’International Union of Societies for Biomaterials Science and Engineering  per il suo contributo al progresso della scienza.

L’evento è stato organizzato dall’Associazione ARAVINDA di Trasacco, in collaborazione con il Comitato Marsicano NO PowerCrop e WWF Marsica.

Hanno già aderito a questo progetto migliaia in tutto il mondo, anche sul nostro territorio nazionale,  dunque potevamo certo mancare proprio noi che da 5 anni siamo impegnati per contrastare la realizzazione del mega inceneritore che la PoweCrop vuole costruire nella cuore del Fucino. 

Siamo convinti che la salvaguardia ambientale, e la via del cambiamento passino attraverso la comunicazione, la mobilità, l’educazione, il consumo critico e la trasformazione del nostro stile di vita. 
 VI ASPETTIAMO!

venerdì 31 agosto 2012

Niente si butta via davvero


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Il WWf Marsica insieme con l’amministrazione comunale di Luco dei Marsi e varie associazioni locali, vi invita a partecipare alla giornata ecologica promossa per il 2 settembre.
L’appuntamento è alle ore 8.30 presso Piazza Umberto I a Luco dei Marsi da dove ci si muoverà in squadre per ripulire le discariche abusive presenti sul territorio. 

La giornata vuole rappresentare un momento di incontro,  sensibilizzazione e confronto,  consapevoli che  non c’è un vero “via”, quando si butta qualcosa.
E  questo vale anche per tutti quei rifiuti che quotidianamente vengono abbandonati illegalmente sui nostri territori.  Egoisticamente si pensa di risolvere un proprio problema, senza considerare che in realtà  lo si trasforma semplicemente in un altro le cui conseguenze si ripercuotono sulla collettività a cui tutti apparteniamo, “colpevole” compreso.  

L’abbandono dei rifiuti e il fenomeno delle discariche abusive non solo rappresenta una questione di correttezza, giustizia e civiltà, ma  soprattutto un gesto di incuria ed egoismo che avvelena il suolo, l’acqua e l’aria da cui traiamo sostentamento per la nostra esistenza.