sabato 20 luglio 2019

Campi Orso 2019


venerdì 5 luglio 2019

COMUNICATO STAMPA DEL 5 LUGLIO 2019



Il WWF Abruzzo Montano comunica di aver scritto al Commissario prefettizio, dott. Mauro Passerotti, in merito alla vicenda del restyling di Piazza del Risorgimento e alla querelle riguardante la riapertura della stessa al traffico veicolare.
Il WWF ha chiesto un incontro urgente al Commissario, manifestando fin da subito la propria contrarietà all'ipotesi di riaprire il centro alle automobili.
La città di Avezzano già 10 anni fa ha formalmente stabilito con la Delibera di G. C. n. 180/2009 l'istituzione di un'isola pedonale permanente, peraltro prevista dallo strumento urbanistico generale.
Tre sentenze del Tribunale Amministrativo Regionale e del Consiglio di Stato hanno ribadito l'obbligatorietà dell'istituzione dell'isola pedonale e attendono solo di essere attuate, come da preciso obbligo del Comune.
Il recente progetto di ristrutturazione soddisfa, almeno in parte, il bisogno di pedonalizzazione del centro e di diminuzione delle emissioni inquinanti - fermo restando che anche altre zone dovrebbero essere pedonalizzate - ed è stato già apprezzato da gran parte della cittadinanza.
Sarebbe del tutto irragionevole e contra legem riaprire il centro alle automobili, frustrando le legittime aspettative della popolazione, il bisogno di mobilità sostenibile e ponendo anche a serio rischio la pregiata pavimentazione recentemente installata, che può essere tutelata solo vietando il traffico veicolare.
Il centro cittadino non potrà che trarre nuova linfa da una rivitalizzazione mediante la pedonalizzazione.
Il WWF confida di poter discorrere di tali tematiche con il Commissario, di poter parlare anche dell'attuazione delle sentenze del Giudice Amministrativo, e ritiene che il 25 luglio non vi dovrà essere alcuna riapertura alle automobili.

mercoledì 3 luglio 2019

COMUNICATO STAMPA DEL 3 LUGLIO 2019

IL WWF DICE NO ALLE ESERCITAZIONI MILITARI NEL PARCO NAZIONALE  DEL GRAN SASSO E MONTI DELLA LAGA

Il WWF Abruzzo Montano, nella giornata odierna, ha presentato le osservazioni in contrarietà all'Istanza di Valutazione di Incidenza Ambientale proposta, ai sensi dell’art. 5 del D.P.R. 357, dell’8 settembre 1997, dal Comando Militare Esercito Abruzzo, relativa alle attività addestrative da svolgersi nell’abitato di L’Aquila, in località Collebrincioni, su una parte del Monte Stabiata, tra la frazione aquilana e i cosiddetti "Coppi di Aragno", la montagna a sud di San Pietro della Jenca.  
Il Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione d’Impatto Ambientale, istituito presso la Regione Abruzzo, è chiamato ad emanare un parere di importante rilievo avverso tale istanza, visto che detta zona ricade interamente nella Zona di Protezione Speciale (ZPS IT7110128) “Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga” ed è inclusa interamente nell’omonimo Parco Nazionale. 
“È un fortissimo pugno nell’occhio, oltreché al cuore, vedere un luogo incantato come quello in oggetto distrutto dalla noncuranza con cui l’Uomo lo ha utilizzato in questi anni” - commenta il Presidente Santilli – “Ciò che non si riesce proprio a capire è come - in un territorio tutelato dal Parco Nazionale, parte integrante della Rete Natura 2000, interessato dal corridoio ecologico dell’Orso bruno marsicano, luogo di pascolo per gli animali, habitat naturale del lupo e dell’aquila reale - possano essere permesse esercitazioni belliche altamente impattanti ed inquinanti”.  
In quei luoghi l’attività addestrativa va avanti dal lontano 1957, pur se solo ora il Comando Militare si è deciso ad intraprendere l’iter burocratico autorizzatorio necessario per il suo esercizio, provocando la radicale trasformazione dei prati solcati dai mezzi militari in lungo e in largo e un alto tasso di inquinamento da piombo ed altri metalli pesanti, con grave danno per la flora e la fauna presenti sul territorio. 
“Quello che poteva essere consentito negli anni 50 e 60, quando non vi era una coscienza ambientalista nel nostro Paese, oggi non può essere più permesso e le Autorità preposte al controllo del territorio hanno il dovere di intervenire per recuperarlo e riqualificarlo, ripristinando l’ambiente naturale preesistente allo stato di degrado, eliminando i detrattori ambientali ed i fattori inquinanti con un intervento mirato di bonifica e risanamento ambientale e tutelando le matrici autoctone della vegetazione e del suolo”, conclude Santilli.