venerdì 26 ottobre 2012

Uomini e Orsi


martedì 23 ottobre 2012

STOP caccia al cervo e al capriolo

Il WWF: "Ora Chiodi ritiri ufficialmente la Delibera".

 

Plauso all'azione del Consigliere Acerbo e degli altri 11 consiglieri di opposizione che avevano sollevato il caso. Febbo e i suoi dirigenti inanellano sconfitte su sconfitte sul fronte venatorio.

Il WWF esprime piena soddisfazione per il parere del Collegio delle Garanzie Statutarie della Regione Abruzzo che ha riconosciuto l'invasione di campo esercitata dalla Giunta Regionale sulle prerogative del Consiglio Regionale per quanto riguarda l'apertura alla caccia a Cervo e Capriolo.

Da subito il WWF aveva segnalato le numerose incongruenze e le gravissime illegittimità del regolamento approvato dalla Giunta Regionale, come, ad esempio, la possibilità per le province di autorizzare l'ingresso dei cacciatori nelle aree protette per sparare. Tale aspetto è contrario addirittura alla legge nazionale sui parchi 394/91.

Dichiara Dante Caserta, vicepresidente nazionale del WWF “In questi pochi anni la Giunta Chiodi, l'Assessore Febbo e i dirigenti dell'Assessorato Agricoltura hanno subito plurime bocciature da ogni organismo di garanzia chiamato a verificare la legittimità dei loro atti in materia di caccia. Prima il TAR, poi addirittura la Corte Costituzionale, ora anche il Collegio delle Garanzie Statutarie della stessa Regione Abruzzo sanciscono il fallimento di questa politica venatoria. E' possibile continuare in questo modo a gestire il preziosissimo patrimonio naturalistico della regione? Chiediamo al Presidente Chiodi di revocare immediatamente la Delibera contestata poichè altrimenti la Regione Abruzzo rischia una nuova sconfitta davanti al TAR a cui dovremo comunque ricorrere visto che il parere del Collegio, seppur autorevole, non produce automaticamente l'annullamento della delibera. E' un appello che lanciamo anche per evitare ulteriore sperpero di denaro pubblico, visto che un ricorso al TAR impegnebbe gli uffici regionali e l'avvocatura che sono pagati dai contribuenti. E' una delibera palesemente illegittima ma, soprattutto, contraria alla sensibilità della stragrande maggioranza dei cittadini abruzzesi e dei turisti che vuole vedere nei nostri parchi e nel resto del territorio animali liberi e non personaggi con un'arma a tracolla”. 

lunedì 22 ottobre 2012

Filovia a Pescara: Fermare i lavori!


Il WWF invita a fermare i lavori e ad abbandonare un progetto da sempre considerato errato: solo così si potrà iniziare a lavorare per trovare una soluzione valida ai problemi di mobilità. 

L'arch. Sorgi si astenga da qualsiasi altra decisione sul progetto.

“E' sceso il sipario con la parola fine sul progetto della Filovia a Pescara, siamo ai titoli di coda”. E' questa, secondo il WWF, la deprimente conclusione cui si avvia una vicenda che ha visto clamorosi errori procedurali resi evidenti dalle pesanti conclusioni della Commissione Europea e dall'intervento della Magistratura pescarese. In questi anni, ad aggravare la situazione è stata anche l'ostinazione di alcuni protagonisti della vicenda, a partire dal Presidente della Commissione Regionale V.I.A. arch.Sorgi fino ad arrivare al presidente della G.T.M. Russo (con il suo predecessore Renzetti) che in tutti i modi hanno cercato di non ammettere ciò che era evidente anche solo leggendo le poche righe delle norme europee: la Valutazione d'Impatto Ambientale era obbligatoria e la decisione del 2008 del Comitato V.I.A. di escluderla era sbagliata.

In questi anni le associazioni e i comitati di cittadini hanno cercato in tutti i modi di spiegare ciò che appariva da subito un ovvietà. I rappresentanti del WWF parteciparono anche ai “cosiddetti tavoli tecnici” al Comune di Pescara evidenziando le tante criticità del progetto ma i vari amministratori comunali presenti dissero che non era competenza del Comune approfondire l'argomento. Si può sostenere che la realizzazione o meno di un progetto da decine di milioni di euro non è nell'interesse della città intera?
Già che ad ottobre 2010 il WWF aveva scritto all'arch. Antonio Sorgi per evidenziare che l'opera doveva essere assoggettata a Valutazione d'Impatto Ambientale. Il dirigente non rispose e per questo l'associazione decise di inviare agli inizi del 2011 un dettagliato esposto alla procura di Pescara e alla Commissione Europea.


Successivamente, a luglio 2012, il WWF presentò un secondo esposto alla Procura ed alla Commissione UE evidenziando i contenuti di alcune note con cui lo stesso arch. Sorgi rispondeva alle richieste di chiarimento dell'Unione Europea. A parere dell'associazione tali note apparivano del tutto fuorvianti. Questa corrispondenza, rimasta ignota fino ad allora, fu divulgata ai cittadini abruzzesi solo grazie alla stampa. Lettere che evidentemente dovevano rimanere “riservate”, tanto da spingere la Regione Abruzzo a denunciare la loro divulgazione alla Procura! Il WWF fa notare un particolare che ai più è sfuggito ma che è di enorme portata: la Commissione V.I.A. a luglio 2012, presieduta sempre dall'arch. Sorgi, a seguito di specifica richiesta della Procura non provvedeva a sospendere del tutto i lavori ma imponeva solo di evitare di installare materiale relativo alla guida vincolata “immateriale”. In realtà l'arch. Sorgi era già a conoscenza almeno da quattro mesi, da quanto ci risulta, che la Commissione Europea aveva posto espliciti quesiti alla Regione Abruzzo sull'installazione dei pali e dei fili sulla cosiddetta strada parco. Fin da allora era del tutto evidente che la partita si sarebbe giocata sui pali e non sui piccoli magneti. Non sappiamo se tutti i presenti quel giorno furono avvertiti dell'esistenza di tale corrispondenza. Ricordiamo altresì che l'arch. Sorgi neppure rispose alla richiesta di audizione presentata per quella seduta del comitato. La Regione non spiegò alla U.E. la situazione dei pali e solo grazie al secondo esposto del WWF la Commissione Europea fu informata dettagliatamente della situazione. 

Per il WWF sono questa condotta e il palese fallimento della procedura di approvazione a rendere inopportuno qualsiasi ulteriore interessamento dell'arch. Sorgi a questo progetto a partire dalla riunione del Comitato V.I.A. di domani. Ciò al di là della stessa inchiesta in corso. In relazione agli sviluppi futuri di questa opera il WWF,dopo un'attenta analisi della normativa e della giurisprudenza, è arrivato alla conclusione che è del tutto impossibile procedere ad una Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria”, come ancora sostiene qualcuno. Il Consiglio di Stato si è espresso più volte sull'argomento escludendo tale possibilità perché la valutazione ambientale deve precedere qualsiasi altra autorizzazione. Una recente sentenza della Corte di Giustizia europea, ribadendo che la V.I.A. è uno strumento preventivo, evidenzia come il Diritto di uno Stato dell'Unione possa teoricamente prevedere, in casi del tutto eccezionali, una cosiddetta V.I.A. “in sanatoria”. In Italia tale norma semplicemente non esiste; anzi, il Testo Unico sull'Ambiente D.lgs.152/2006 la esclude esplicitamente. Per questo non solo vi è giurisprudenza univoca sull'argomento ma il TAR Brescia ha addirittura condannato la Regione Lombardia a pagare i danni ai cittadini che si erano sentiti defraudati dallo svolgimento di una V.I.A. “a posteriori”. Cosa succederebbe se migliaia di abitanti in quella zona presentassero richiesta di danni alla Regione Abruzzo nel caso si svolgesse una V.I.A. illegittima?

La Corte di Giustizia Europea evidenzia inoltre che comunque una Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria” dovrebbe avvenire lasciando del tutto impregiudicati i possibili esiti della stessa (per esempio, l'opzione zero). Scrive la Corte Europea: “Non se ne può evincere che lo studio correttivo sull’impatto ambientale, effettuato al fine di rimediare alla mancata valutazione così come prevista e organizzata dalla direttiva 85/337 modificata, essendo il progetto già stato realizzato, sia equivalente allo studio sull’impatto ambientale antecedente al rilascio dell’autorizzazione, richiesto e disciplinato dalla suddetta direttiva.” Poiché l'opera ha già alterato lo stato dei luoghi, paradossalmente anche per l'insensata scelta di continuare a testa bassa i lavori, appare del tutto impossibile procedere a sanare l'intervento. Il WWF pertanto, avendo già esaminato attentamente la situazione, impugnerà e denuncerà qualsiasi tentativo di perseguire un illegittimo parere “a posteriori”. Ovviamente nei prossimi giorni con gli avvocati si valuteranno anche tutti i profili relativi al corretto uso delle risorse pubbliche e non è da escludere che l'associazione possa rivolgersi anche alla Corte dei Conti.

Ormai l'unica strada sensata è quella di bloccare immediatamente i lavori, abbandonare un progetto errato, ripristinare i luoghi e discutere, insieme ai cittadini e con buon senso una strada di uscita che consenta di risolvere i problemi della mobilità a Pescara e nell'intera area metropolitana.

INFO: 3683188739 - 3338391147

lunedì 15 ottobre 2012

Rifiuti: Abruzzo lontano dall' Europa

                                      

In questi giorni sono tornati d'attualità i limiti della gestione dei rifiuti: diversi Comuni della Provincia di Chieti si sono visti rifiutare il conferimento dell'organico negli impianti del CIVETA, dal momento che le vasche di trattamento risultavano essere "quasi tutte piene a causa di una grande mole di conferimenti" (così riportato da organi di stampa), e costretti a conferire in impianti dell'Emilia Romagna. Una scelta che, dopo aver portato quasi al blocco della raccolta differenziata (con la frazione organica non raccolta, comprensibili disagi e possibili rischi sanitari per i cittadini), ha portato notevoli aggravi ai bilanci comunali.

Una situazione paradossale, dal punto di vista ambientale ed economico, che penalizza proprio i Comuni più “virtuosi" che hanno raggiunto altissime percentuali di raccolta differenziata, e che dimostra, ancora una volta, le grandissime carenze della nostra regione nello smaltimento della frazione organica, che dovrebbe essere invece il "fiore all'occhiello" di una gestione dei rifiuti efficiente.

La direttiva Europea 98/2008 impone agli Stati una gestione virtuosa e ambientalmente sostenibile del ciclo dei rifiuti, stabilendo già nel Preambolo che "la priorità principale della gestione dei rifiuti dovrebbe essere la prevenzione ed  il riutilizzo e il riciclaggio di materiali", che "dovrebbero preferirsi alla valorizzazione energetica dei rifiuti", mentre le leggi nazionali stabiliscono precisi obiettivi nella percentuale da raggiungere di raccolta differenziata (il 65% entro la fine del 2012). Il raggiungimento del 40% di raccolta differenziata  non può essere considerato dall'Assessore Di Dalmazio un successo (anche perché, accanto a rare "punte di eccellenza" abbiamo comuni dove la raccolta sfiora o addirittura resta sotto il 20%), tanto da lanciare entusiasta  "un'ora della termovalorizzazione", che non serve e non risponderebbe alle esigenze impiantistiche dell'Abruzzo. Dovrebbe piuttosto ragionare su come portare la nostra regione agli standard e agli obiettivi italiani ed europei, dato che, raggiunto il 40%, resta ancora un 25% di ritardo dall'Europa e dalle esperienze italiane più avanzate.

E' da almeno 12 anni (quando per la prima volta si tentò di riscrivere il Piano Regionale dei Rifiuti) che si continua a ipotizzare la realizzazione di inceneritori nella nostra regione. Questi impianti, non ci stancheremo mai di ripeterlo, sono fonti primarie di emissioni nocive (molte delle quali cancerogene, come le diossine e le polveri sottili), nonché costosissimi e con lunghi tempi di costruzione (10 anni almeno). Anni nei quali, mentre a cadenza più o meno regolare si tornava a riproporre l'incenerimento, si è accumulato questo gravissimo e inaccettabile ritardo.

Ma adesso è giunto il momento di cambiare rotta! Invece di spingere nella creazione di inceneritori o di impianti di trattamento di rifiuti tossici e nocivi, la situazione creatasi in queste settimane in Provincia di Chieti mostra chiaramente quale sia la strada da percorrere: la realizzazione di efficienti impianti di compostaggio, in grado di sostenere i volumi di frazione organica conferiti dai Comuni del comprensorio, rendendo autosufficiente l'Abruzzo e i suoi territori e incentivando così i Comuni in ritardo sulla raccolta differenziata ad adeguarsi velocemente ai limiti di legge, senza penalizzare, ma anzi incentivando, "raccolte virtuose".


Ines Palena,
Presidente Associazione WWF Zona Frentana e Costa Teatina