giovedì 28 febbraio 2019

Comunicato stampa del 28 febbraio 2019

Valutazione di incidenza per nuovi impianti da sci a Campi della Magnola e Valle delle Lenzuola

Il WWF chiede di essere audito e presenta le proprie osservazioni

Lo studio ambientale del committente ammette gli impatti negativi su habitat e specie prioritarie

Progetto da respingere: lo sviluppo anche economico dell'Abruzzo non può passare attraverso l’erosione e la sistematica distruzione degli ultimi spazi di natura, ma dev’essere l’esatto contrario




Già nei giorni scorsi il WWF, insieme alla associazione scientifica Societas Herpetologica Italica, che raccoglie studiosi e ricercatori che si occupano di anfibi e rettili, aveva scritto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa per chiedere un suo autorevole intervento a tutela della vipera dell’Orsini, un prezioso, raro e innocuo serpente la cui sopravvivenza in uno dei pochi siti di presenza è messa a rischio da un impattante progetto per impianti da sci in località Campi della Magnola e Valle delle Lenzuola. L’associazione del Panda torna ora sull’argomento con una nota inviata al servizio valutazioni ambientali della Regione, indirizzata anche al Parco del Sirente-Velino e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente e al servizio ambientale della Commissione Europea. Nel testo il WWF chiede che un proprio rappresentate sia audito in sede di Valutazione di Incidenza ambientale per poter presentare le proprie osservazioni contro il progetto, che a ogni buon conto sono già state anticipate agli enti interessati. Nel documento, composto di 25 pagine, gli esperti contattati dal WWF e coordinati dal dottore di ricerca in Scienze Ambientali Filomena Ricci, analizzano al dettaglio gli impatti negativi che l’opera potrebbe avere, semmai incautamente realizzata, sugli habitat e le specie prioritari presenti nell’ecosistema altamente di pregio in cui gli interventi sono stati programmati. Queste minacce, scrive il WWF, “sono reali e dichiarate nello stesso Studio (SIA) realizzato dal committente; non sono, dunque, né nulli né trascurabili”. Di conseguenza si chiede esplicitamente alla Commissione CCR-VIA di rigettare il progetto. L’art. 6 della Direttiva Habitat, 92/43/CEE, prevede infatti la possibilità di derogare le misure di conservazione delle specie e degli habitat esclusivamente in caso di necessità connesse alla pubblica incolumità, “Art. 6, Comma 4: Qualora, nonostante conclusioni negative della valutazione dell'incidenza sul sito e in mancanza di soluzioni alternative, un piano o progetto debba essere realizzato per motivi imperativi di rilevante interesse pubblico, inclusi motivi di natura sociale o economica, lo Stato membro adotta ogni misura compensativa necessaria per garantire che la coerenza globale di Natura 2000 sia tutelata. Lo Stato membro informa la Commissione delle misure compensative adottate.  Qualora il sito in causa sia un sito in cui si trovano un tipo di habitat naturale e/o una specie prioritari, possono essere addotte soltanto considerazioni connesse con la salute dell'uomo e la sicurezza pubblica o relative a conseguenze positive di primaria importanza per l'ambiente ovvero, previo parere della Commissione, altri motivi imperativi di rilevante interesse pubblico.” La realizzazione di piste da sci non rientra né in progetti di rilevante interesse pubblico né connessi con la salute dell’uomo o con la sicurezza pubblica e non può dunque in alcun modo giustificare la perdita di habitat e specie che le normative europee e nazionali e le scelte di pianificazione compiute dalla stessa regione ci chiedono di tutelare. Lo sviluppo economico dell'Abruzzo non può passare attraverso la distruzione dei suoi habitat prioritari, ma, al contrario, attraverso la loro valorizzazione e messa in sicurezza anche per le generazioni future. Continuare a erodere gli ultimi spazi di naturalità rimasti in un Paese come l'Italia tra i più antropizzati al mondo vuol dire rinunciare a qualsiasi idea di sviluppo sostenibile.

lunedì 25 febbraio 2019

Comunicato stampa del 25 febbraio 2019

Annunciata per i primi di marzo una gara nazionale di enduro a Gioia dei Marsi

WWF, Altura e LIPU: si controllino il percorso e le autorizzazioni

“Le aree protette non possono essere considerate alla stregua di un luna park senza regole”


Nei giorni scorsi sono apparse, su diversi organi di stampa, notizie su una competizione di Enduro, una tappa del campionato italiano 2019, in programma i prossimi 2 e 3 marzo a Gioia dei Marsi. Dalle informazioni riportate, non emerge quale sia l’itinerario previsto dalla gara ma, data la natura dell’iniziativa, si può facilmente dedurre che interesserà passaggi su piste naturali e al di fuori dei percorsi delle infrastrutture stradali. Ipotesi confermata dalla documentazione fotografica postata dagli organizzatori sui canali social e relativa alla sistemazione del percorso. Su questa gara WWF, Altura e LIPU, a firma dei rispettivi responsabili regionali Luciano Di Tizio, Fabio Borlenghi e Stefano Allavena, hanno inviato ieri una nota congiunta ai Carabinieri Forestali, alla Regione, ai vertici del Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, al Comune di Gioia dei Marsi e, per conoscenza, al Ministero dell’Ambiente.  Nel testo le tre associazioni ambientaliste scrivono: “Da quanto deducibile, l’itinerario prestabilito per la competizione prevede il passaggio con mezzi motorizzati, su torrenti, pozze di fango, boschi e pietraie, in un periodo dell’anno particolarmente delicato per la flora e per la fauna, come quello della imminente stagione riproduttiva. Il territorio comunale di Gioia dei Marsi, area nella quale avverrà la gara di enduro, è in parte ricadente nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e negli omonimi SIC IT7110205 e ZPS IT7120132. Non avendo informazioni circa la localizzazione della competizione, né del percorso che verrà seguito, non si hanno elementi per escludere che esso vada a interessare le aree protette citate o che comunque venga localizzato in aree limitrofe a quelle vincolate. Ad ogni buon conto, si ricorda che l’attraversamento di aree protette non può assolutamente essere permesso, il passaggio dei mezzi motorizzati è vietato all’interno di Parchi nazionali e Riserve naturali regionali”. In sostanza le associazioni chiedono di verificare se il percorso interessi o meno, direttamente o per prossimità, aree di interesse naturalistico tutelate. E spiegano: “Nel caso in cui l’itinerario ricada all’interno di SIC, è necessaria la realizzazione della procedura di Valutazione di Incidenza, ai sensi della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, del D.P.R. 8 settembre 1997 n. 357, del D.P.R. 12 marzo 2003 n. 120 e in base all’Art. 10 del D.G.R. n° 119/2002 “[…] è necessario effettuare la Valutazione di Incidenza Ambientale per tutti i progetti, anche esterni ai SIC, che possono avere influenza sugli stessi”; proprio perché l’attività messa in programma può essere lesiva delle specie e degli habitat protetti”. È facilmente immaginabile infatti il danno che l’attraversamento di fiumi e pozze provoca all’ittiofauna, agli anfibi o anche alle specie di avifauna che nidificano a terra nelle aree di pascolo e praterie. I territori interessati sono inoltre nell’area di presenza e passaggio dell’Orso bruno marsicano 
e gli eventi e i raduni, soprattutto con i mezzi motorizzati, sono considerati tra le cause disturbo alla specie, tantoché tra le azioni del recente Life Arctos, molte risorse sono state spese proprio per la chiusura, tramite sbarra, delle sterrate presenti nell’areale della specie al fine di evitare la frequentazione di mezzi non autorizzati. “Bisogna assolutamente – concludono WWF, Altura e LIPU - analizzare l’itinerario di gara per escludere in modo chiaro il passaggio in aree protette e verificare il possesso di tutte le autorizzazioni per lo svolgimento della competizione, tenendo in ogni caso presente che sia nel caso in cui l’itinerario sia interno al perimetro di aree protette sia nel caso sia esterno a esso, l’impatto sulle specie non è diverso”. Proprio per questo le tre associazioni hanno richiesto “una verifica e un conseguente eventuale intervento degli organi deputati alla sorveglianza nel Parco e nelle aree limitrofe per impedire che lo svolgimento di un’iniziativa pensata per il divertimento di pochi possa andare a recare un danno a specie e habitat protetti all’interno di un territorio dall’elevata valenza naturalistica, che non può essere considerato alla stregua di un luna park senza regole”.

sabato 9 febbraio 2019

Auguri di buon lavoro al nuovo Presidente!



Il 9 febbraio 2019, presso il Centro di Servizio per il Volontariato di Avezzano, in via Kolbe n. 38, si è svolta l’Assemblea Ordinaria dell’O.A. WWF Abruzzo Montano. Si è discusso dell’attività conclusa nell’anno 2018 e degli obiettivi di sensibilizzazione e di protezione del territorio raggiunti grazie al lavoro degli instancabili attivisti, cui è andato il doveroso ringraziamento di tutta la struttura del WWF Italia, regionale e nazionale. Si è passati, poi, alla scelta del nuovo Presidente dell’Associazione, che insieme al Direttivo avrà il compito di portare avanti l’attività per i prossimi due anni: all’unanimità è stato eletto Presidente l’avv. Antonello Santilli. L’O. A. WWF Abruzzo Montano opera, quale “cellula” del WWF Italia, su tutta la Provincia dell’Aquila, svolgendo sia attività pubblica di sensibilizzazione, anche attraverso programmi specifici nelle scuole, sia attività di tutela giuridico amministrativa, intervenendo quale soggetto attivo in procedimenti amministrativi e giurisdizionali. Nel 1986, infatti, la legge n. 349 istitutiva del Ministero dell’Ambiente, ha riconosciuto ad alcune Associazioni il potere di avere un ruolo anche legale nella tutela dell’Ambiente. In tal modo il WWF ha potuto denunciare alcune gravi minacce, intervenendo in sede giuridica per l’annullamento di atti illegittimi.  “Abbiamo davanti un duro lavoro. La tutela ambientale già da qualche anno ha acquisito un ruolo preminente nelle politiche di governo del territorio.” – commenta il Presidente Antonello Santilli - “Ogni giorno ci troviamo a fronteggiare nuove emergenze e, per tale motivo, invito tutti coloro che hanno a cuore le sorti delle aree interne abruzzesi ad unirsi alla nostra Associazione. Difendere l’Ambiente significa difendere il nostro futuro.”