mercoledì 26 giugno 2013

Dossier: lo stato dei fiumi in Abruzzo


 L'Unione Europea ha stabilito con la Direttiva 60/2000/CE “Acque” che entro il 2015 tutti i fiumi devono raggiungere lo stato ambientale definito “buono”. Entro il 2008 dovevano raggiungere almeno lo stato “sufficiente” e comunque non peggiorare il proprio stato di qualità.

Dal 2004 l'ARTA misura i parametri chimico-fisici e microbiologici delle acque  attraverso una rete di monitoraggio composta di oltre 100 stazioni di campionamento lungo i fiumi abruzzesi e ha pubblicato sul proprio sito internet una classificazione dei nostri fiumi nelle 5 classi previste dal D.Lgs. 152/2006 per il 2011. 
 
Ebbene, nel 2011 l'Abruzzo non solo non coglie l'obiettivo già fissato per il 2008, con oltre il 35% dei punti di campionamento al di sotto della classe “sufficiente” (quindi pessimo o scadente) ma vede aumentare i modo vertiginoso i casi classificati nella categoria peggiore sulle 5 possibili. Infatti, ben il 10% (12 su 118) delle stazioni monitorate nel 2011 è risultato nella classe “pessimo” come indicato in figura. Nel 2009 erano 3 e nel 2008 solo 1.

Non solo è preoccupante che due dei grandi fiumi Abruzzesi come il Sangro e l'Aterno-Pescara sono fortemente a rischio con uno stato della qualità definito "scadente", ma  ancora più preoccupante è che dall'indagine condotta nel 2011 emerge lo scadimento della qualità delle acque nelle aree protette e nei siti della Rete Natura 2000 (SIC, Siti di Interesse Comunitario e ZPS, Zone di Protezione Speciale). Tali territori dovrebbero esprimere la massima naturalità ed essere strettamente preservati in considerazione degli elevatissimi valori ambientali.

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martedì 25 giugno 2013

Caccia: bocciata la Regione Abruzzo

Bocciata la Legge regionale e il comportamento di Giunta Regionale e Dirigente della Direzione Agricoltura. Uno-due decisivo grazie ai ricorsi di WWF, Animalisti Italiani e altre associazioni, migliaia di animali uccisi in maniera palesemente illegittima.


La Corte Costituzionale e il TAR Abruzzo depositano, rispettivamente, giovedì 20 giugno e venerdì 21 giugno 2013, due diverse sentenze (scarica testo in pdf) destinate a rivoluzionare l'attività venatoria nella regione. Tutto nasce dai ricorsi presentati da WWF, Animalisti Italiani e altre associazioni che hanno affidato all'Avv. Michele Pezone il compito di ricorrere sui calendari venatori 2009-2010 e 2010-2011 della regione Abruzzo, evidenziando fortissime criticità e illogicità nelle scelte filo-venatorie. Nel ricorso sul calendario 2010-2011 si contestava, tra l'altro, anche l'incostituzionalità della norma contenuta nella legge Regionale 10/2004 che riammetteva il cosiddetto “nomadismo venatorio”, perimetrando un Comparto Unico regionale sulla Migratoria e rendendo così possibile lo spostamento dei cacciatori da una parte all'altra dell'Abruzzo. 

Il TAR L'Aquila, giudicando non manifestamente infondata l'eccezione di costituzionalità, aveva quindi sollevato il caso davanti alla Corte Costituzionale. Quest'ultima con una sentenza di cristallina chiarezza ha sancito che la Legge Regionale 10/2004 ha violato le normative nazionali che regolamentano il prelievo venatorio. La Corte ricorda nella sentenza che uno dei capisaldi della legge nazionale sulla Caccia, la 157/92 è il legame tra cacciatori e territorio attraverso la perimetrazione di ambiti di caccia di carattere sub-provinciale. Invece la Regione Abruzzo aveva concesso ai cacciatori per diversi mesi all'anno di potersi spostare da un capo all'altro della regione, definita, come detto, “comparto unico per la migratoria”. Il TAR di L'Aquila, invece, ha depositato la sentenza relativa ad un ricorso presentato da Aninalisti Italiani e L.A.C. sul calendario venatorio 2009-2010, dopo aver accolto allora la richiesta di sospensiva. Nonostante il tempo trascorso il TAR ha ritenuto opportuno entrare comunque nel merito perché la Giunta Regionale deve riproporre ogni anno il calendario venatorio. Era dunque importante definire la causa per evitare il ripresentarsi degli stessi vizi in futuro. 

I giudici del tribunale amministrativo aquilano, con giudizi estremamente duri, hanno fatto crollare l'esile difesa regionale con commenti durissimi sull'operato della Giunta Regionale, che aveva varato un calendario venatorio che si distaccava dal parere dell'ISPRA ampliando i periodi di caccia per diverse specie. Tutto ciò nonostante gli uffici regionali fossero completamente privi dei necessari dati relativi all'abbondanza e alla distribuzione delle diverse specie in Abruzzo. Il TAR ha altresì censurato il comportamento del Dirigente della Direzione Agricoltura che si era sostituito alla Giunta nel riscrivere il calendario venatorio dopo l'accoglimento da parte dei giudici amministrativi della richiesta di sospensiva avanzata dalle associazioni.

WWF e Animalisti Italiani ringraziano l'Avv. Michele Pezone, il rappresentante delle associazioni in Consulta venatoria Regionale Augusto De Sanctis e i diversi attivisti che hanno contribuito a queste importantissime vittorie. Resta però il rammarico per il comportamento della Giunta Regionale e della Direzione Agricoltura che, nonostante i tempestivi appelli al buon senso e al rispetto delle leggi inviati dalle associazioni ambientaliste, hanno voluto difendere strenuamente una linea di estremismo venatorio che li ha portati ad una vera e propria Caporetto. Peccato per le decine di migliaia di animali che sono stati uccisi dal 2004 ad oggi a causa di una norma rivelatasi ora anticostituzionale, un attacco al patrimonio faunistico in piena regola che testimonia la totale insostenibilità del prelievo venatorio in Abruzzo. Auspichiamo un immediato cambio di rotta. 

INFO: 3683188739