lunedì 22 ottobre 2012

Filovia a Pescara: Fermare i lavori!


Il WWF invita a fermare i lavori e ad abbandonare un progetto da sempre considerato errato: solo così si potrà iniziare a lavorare per trovare una soluzione valida ai problemi di mobilità. 

L'arch. Sorgi si astenga da qualsiasi altra decisione sul progetto.

“E' sceso il sipario con la parola fine sul progetto della Filovia a Pescara, siamo ai titoli di coda”. E' questa, secondo il WWF, la deprimente conclusione cui si avvia una vicenda che ha visto clamorosi errori procedurali resi evidenti dalle pesanti conclusioni della Commissione Europea e dall'intervento della Magistratura pescarese. In questi anni, ad aggravare la situazione è stata anche l'ostinazione di alcuni protagonisti della vicenda, a partire dal Presidente della Commissione Regionale V.I.A. arch.Sorgi fino ad arrivare al presidente della G.T.M. Russo (con il suo predecessore Renzetti) che in tutti i modi hanno cercato di non ammettere ciò che era evidente anche solo leggendo le poche righe delle norme europee: la Valutazione d'Impatto Ambientale era obbligatoria e la decisione del 2008 del Comitato V.I.A. di escluderla era sbagliata.

In questi anni le associazioni e i comitati di cittadini hanno cercato in tutti i modi di spiegare ciò che appariva da subito un ovvietà. I rappresentanti del WWF parteciparono anche ai “cosiddetti tavoli tecnici” al Comune di Pescara evidenziando le tante criticità del progetto ma i vari amministratori comunali presenti dissero che non era competenza del Comune approfondire l'argomento. Si può sostenere che la realizzazione o meno di un progetto da decine di milioni di euro non è nell'interesse della città intera?
Già che ad ottobre 2010 il WWF aveva scritto all'arch. Antonio Sorgi per evidenziare che l'opera doveva essere assoggettata a Valutazione d'Impatto Ambientale. Il dirigente non rispose e per questo l'associazione decise di inviare agli inizi del 2011 un dettagliato esposto alla procura di Pescara e alla Commissione Europea.


Successivamente, a luglio 2012, il WWF presentò un secondo esposto alla Procura ed alla Commissione UE evidenziando i contenuti di alcune note con cui lo stesso arch. Sorgi rispondeva alle richieste di chiarimento dell'Unione Europea. A parere dell'associazione tali note apparivano del tutto fuorvianti. Questa corrispondenza, rimasta ignota fino ad allora, fu divulgata ai cittadini abruzzesi solo grazie alla stampa. Lettere che evidentemente dovevano rimanere “riservate”, tanto da spingere la Regione Abruzzo a denunciare la loro divulgazione alla Procura! Il WWF fa notare un particolare che ai più è sfuggito ma che è di enorme portata: la Commissione V.I.A. a luglio 2012, presieduta sempre dall'arch. Sorgi, a seguito di specifica richiesta della Procura non provvedeva a sospendere del tutto i lavori ma imponeva solo di evitare di installare materiale relativo alla guida vincolata “immateriale”. In realtà l'arch. Sorgi era già a conoscenza almeno da quattro mesi, da quanto ci risulta, che la Commissione Europea aveva posto espliciti quesiti alla Regione Abruzzo sull'installazione dei pali e dei fili sulla cosiddetta strada parco. Fin da allora era del tutto evidente che la partita si sarebbe giocata sui pali e non sui piccoli magneti. Non sappiamo se tutti i presenti quel giorno furono avvertiti dell'esistenza di tale corrispondenza. Ricordiamo altresì che l'arch. Sorgi neppure rispose alla richiesta di audizione presentata per quella seduta del comitato. La Regione non spiegò alla U.E. la situazione dei pali e solo grazie al secondo esposto del WWF la Commissione Europea fu informata dettagliatamente della situazione. 

Per il WWF sono questa condotta e il palese fallimento della procedura di approvazione a rendere inopportuno qualsiasi ulteriore interessamento dell'arch. Sorgi a questo progetto a partire dalla riunione del Comitato V.I.A. di domani. Ciò al di là della stessa inchiesta in corso. In relazione agli sviluppi futuri di questa opera il WWF,dopo un'attenta analisi della normativa e della giurisprudenza, è arrivato alla conclusione che è del tutto impossibile procedere ad una Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria”, come ancora sostiene qualcuno. Il Consiglio di Stato si è espresso più volte sull'argomento escludendo tale possibilità perché la valutazione ambientale deve precedere qualsiasi altra autorizzazione. Una recente sentenza della Corte di Giustizia europea, ribadendo che la V.I.A. è uno strumento preventivo, evidenzia come il Diritto di uno Stato dell'Unione possa teoricamente prevedere, in casi del tutto eccezionali, una cosiddetta V.I.A. “in sanatoria”. In Italia tale norma semplicemente non esiste; anzi, il Testo Unico sull'Ambiente D.lgs.152/2006 la esclude esplicitamente. Per questo non solo vi è giurisprudenza univoca sull'argomento ma il TAR Brescia ha addirittura condannato la Regione Lombardia a pagare i danni ai cittadini che si erano sentiti defraudati dallo svolgimento di una V.I.A. “a posteriori”. Cosa succederebbe se migliaia di abitanti in quella zona presentassero richiesta di danni alla Regione Abruzzo nel caso si svolgesse una V.I.A. illegittima?

La Corte di Giustizia Europea evidenzia inoltre che comunque una Valutazione di Impatto Ambientale “in sanatoria” dovrebbe avvenire lasciando del tutto impregiudicati i possibili esiti della stessa (per esempio, l'opzione zero). Scrive la Corte Europea: “Non se ne può evincere che lo studio correttivo sull’impatto ambientale, effettuato al fine di rimediare alla mancata valutazione così come prevista e organizzata dalla direttiva 85/337 modificata, essendo il progetto già stato realizzato, sia equivalente allo studio sull’impatto ambientale antecedente al rilascio dell’autorizzazione, richiesto e disciplinato dalla suddetta direttiva.” Poiché l'opera ha già alterato lo stato dei luoghi, paradossalmente anche per l'insensata scelta di continuare a testa bassa i lavori, appare del tutto impossibile procedere a sanare l'intervento. Il WWF pertanto, avendo già esaminato attentamente la situazione, impugnerà e denuncerà qualsiasi tentativo di perseguire un illegittimo parere “a posteriori”. Ovviamente nei prossimi giorni con gli avvocati si valuteranno anche tutti i profili relativi al corretto uso delle risorse pubbliche e non è da escludere che l'associazione possa rivolgersi anche alla Corte dei Conti.

Ormai l'unica strada sensata è quella di bloccare immediatamente i lavori, abbandonare un progetto errato, ripristinare i luoghi e discutere, insieme ai cittadini e con buon senso una strada di uscita che consenta di risolvere i problemi della mobilità a Pescara e nell'intera area metropolitana.

INFO: 3683188739 - 3338391147

0 commenti:

Posta un commento