domenica 31 dicembre 2017

Bilancio di fine anno

L’unica grande opera pubblica di cui c’è bisogno è la messa in sicurezza del territorio



Ancora un anno difficile per l’ambiente abruzzese. Problemi di ogni tipo, ma quasi sempre riconducibili alla mano dell’Uomo, continuano a colpire la nostra regione e la sua straordinaria natura. Il 2017 sarà ricordato per la tragedia di Rigopiano e per gli incendi, tragici episodi determinati in tutto o in parte da inefficienze ed errori umani, per il terremoto e le forti nevicate, eventi che hanno finito per segnare la vita di tanti abruzzesi. Purtroppo il conto delle scelte sbagliate è stato presentato nel peggiore dei modi, ricordandoci per l’ennesima volta che investire nella corretta gestione del territorio e nella prevenzione è indispensabile.
Fortunatamente non sono mancate le note positive, dovute anche all’azione di cittadini e associazioni che in alcuni casi sono riusciti a contrastare efficacemente le scelte politiche sbagliate.
L’impegno del WWF è stato costante per tutto l’anno. Attraverso la delegazione regionale, le quattro organizzazioni locali - WWF Abruzzo montano, WWF Chieti-Pescara, WWF Teramo e WWF Zona frentana e costa teatina - le Oasi, i numerosi Centri di Educazione Ambientale e i nuclei di vigilanza, il WWF è stato presente in tutte le principali battaglie in difesa della natura abruzzese, ed ha anche messo in campo attività propositive con progetti nazionali ed internazionali di conservazione della Natura e di valorizzazione e promozione del territorio.
Chiudiamo quest'ultimo post del 2017 ricordando il generale Guido Conti, tragicamente scomparso nel mese di novembre, che alla nostra regione ha dato tantissimo in difesa dell’ambiente e della Natura.

domenica 12 novembre 2017

Il compleanno della Natura

La Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario compie vent’anni

Festeggiamenti in due tempi domenica 12 e sabato 25 novembre ad Anversa degli Abruzzi





Il compleanno della Natura: è questo il senso delle celebrazioni in programma domenica 12 novembre e poi ancora sabato 25 presso la Riserva Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario di Anversa degli Abruzzi. Un traguardo importante: la Riserva festeggia infatti il ventennale dalla sua istituzione, sancita con la legge regionale n. 16/1997. La storia dell’area protetta in verità è di qualche anno più antica: l’amministrazione municipale già nel 1991 aveva deciso di trasformare la fascia di terreno accanto al fiume, allora usata soprattutto come lavatoio pubblico e discarica a cielo aperto, in un'Oasi, affidandola al WWF. Quei primi tentativi avrebbero portato in pochi anni alla nascita della Riserva che da allora ha fatto e sta facendo passi da gigante. Non a caso lo slogan scelto per le due giornate celebrative è un esplicito: Anversa: vent’anni e il viaggio continua…
La Riserva protegge oggi circa 450 ettari che, con il Sito di Interesse Comunitario che insiste sullo stesso territorio, arrivano a 1380. Un patrimonio unico dal punto di vista della biodiversità: sono infatti ben 1250 le specie animali e vegetali censite nei 15 habitat prioritari che caratterizzano quest’area, il cui pregio ambientale e paesaggistico richiama ogni anno circa 15.000 visitatori.



domenica 15 ottobre 2017

Urban Nature



Domenica 15 ottobre unisciti a noi e scopri la natura presente ad Avezzano

Urban Nature è il nuovo evento del WWF ideato per scoprire e comprendere il valore culturale e scientifico della biodiversità urbana e delle tante forme di vita che popolano la nostra quotidianità. Una vera e propria festa della natura che intende anche valorizzare tutti i soggetti, cittadini e gruppi, che già stanno operando nelle nostre città per aumentare la biodiversità e darle spazio.

Il WWF Abruzzo Montano ha scelto per questo appuntamento nazionale il bellissimo Parco della Resistenza.

Programma (dalle ore 11 alle ore 13):

- Perlustrazione nel verde urbano, visite guidate e passeggiate alla scoperta delle specie nascoste, a cura della Cooperativa Daphne e della Riserva Naturale Oasi WWF Gole del Sagittario di Anversa degli Abruzzi.
- Tra foglie e fogli: un percorso tra piante, semi ed erbari a stampa, laboratorio per bambini dagli 8 ai 12 anni, a cura di AMBeCO’.
- Laboratorio didattico-educativo dei Carabinieri Forestali della Riserva Naturale Orientata del Monte Velino e attività dimostrativa con unità dei nuclei cinofili antiveleno.


lunedì 11 settembre 2017

Basta roghi

Incendi in Abruzzo, il WWF presenta il conto in una conferenza stampa a Pescara

210 incendi, interessati in tutto 136 Comuni su 305




L’estate rovente ha favorito i roghi ma dietro ogni focolaio c’è sempre la mano dell’uomo

WWF: Serve un'unica “grande opera” pubblica: mettere in sicurezza il territorio favorendo la natura


Nei primi otto mesi dell'anno in corso (dal 1 gennaio  al 31 agosto) sono scoppiati in Abruzzo oltre 210 incendi. L’anno scorso in dodici mesi erano stati 89. In media 7,4 roghi al mese nel 2016, addirittura 26 nel 2017. Quest’anno, sino alla fine del mese da poco concluso, la superficie boschiva devastata dalle fiamme è stata di circa 4000 ettari. Vale a dire una superficie 46 volte più grande di quella interessata nei dodici mesi del 2016 (87 ettari, fonte ex Corpo Forestale dello Stato, dato pubblicato sul sito della Regione Abruzzo). E si tratta, al momento, di stime provvisorie purtroppo destinate a essere ritoccate verso l’alto.
Una situazione tremenda che il WWF ha potuto sintetizzare in data odierna - in una conferenza stampa a Pescara - grazie al certosino lavoro del presidente del WWF Abruzzo Montano Giuseppe Walter Delle Coste che ha raccolto tutti i dati, elaborandoli poi attraverso un'animazione digitale. Mese dopo mese compaiono i nomi dei Comuni interessati dai roghi e una simbolica fiammella va a depositarsi sulla cartina della regione che, a fine agosto, si presenta – com’è del resto accaduto nella realtà – in gran parte ricoperta dal fuoco.
«Abbiamo preso in considerazione – spiega Delle Coste – soltanto gli incendi che hanno riguardato aree verdi e soltanto quelli che hanno interessato almeno un ettaro di terreno. Ebbene, i risultati sono impressionanti. E certamente non basta, per spiegarli, il fatto che il 2017 sia stato sinora caratterizzato da lunghi periodi siccitosi e che l’estate che si va concludendo sia l’ennesima “più calda degli ultimi anni”. La situazione meteo può aver favorito il dilagare delle fiamme ma perché si scatenino gli incendi occorre sempre e comunque l’intervento umano: mozziconi di sigaretta lanciati a bordo strada, fuochi incautamente accessi, auto surriscaldate parcheggiate sull’erba secca e soprattutto il disegno criminale di cui ha parlato anche il Procuratore Capo di Sulmona Giuseppe Bellelli, in relazione ai roghi del Morrone».
I circa 4000 ettari di bosco bruciati sono parte dei 6000 ettari complessivamente devastati: sono andati infatti in fumo anche praterie e habitat pregiati di rilievo internazionale. Le fiamme del resto hanno imperversato per giorni nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga (Campo Imperatore), ancora più a lungo nel Parco Nazionale della Majella (monte Morrone), hanno interessato il Parco Regionale Sirente Velino e hanno lambito il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. E l’emergenza, a dispetto del maltempo, non è affatto conclusa, come ben si vede nelle cronache di questi giorni.
Un attacco criminoso, quindi, che va contrastato sul piano giudiziario ma anche con comportamenti e scelte politiche coerenti con l’immagine di regione verde d’Europa.
Riepilogando: nel periodo 1 gennaio – 31 agosto gli incendi “verdi” sono stati oltre 210, i Comuni abruzzesi interessati dalle fiamme ben 136 (poco più del 44,5% dei 305 totali). La spesa per far fronte all’emergenza è stata calcolata intorno a 1 milione di euro. Il danno ambientale è enorme (e potrebbe essere aggravato da scelte sbagliate per il futuro), anche per le inevitabili e pesantissime ripercussioni sull’economia locale, per i futuri problemi idrogeologici e, soprattutto, per le conseguenze sulla salute dei residenti. Le fiamme hanno distrutto polmoni verdi generatori di ossigeno e preziosi assorbenti di gas climalteranti e hanno generato (come rilevato dall’ARTA) monossido di carbonio (CO), benzene, toluene, polveri PM10, idrocarburi policiclici aromatici (IPA). Inquinanti diffusi nell’aria, nel suolo e nelle acque. Senza dimenticare la biodiversità vegetale e animale impietosamente incenerita e i tanti animali terrorizzati e in fuga, diventati un facile bersaglio per i bracconieri.
È stato giusto infine ringraziare quanti hanno speso energie contro le fiamme e in particolare i tanti volontari scesi in campo a tutela del proprio territorio ma ora è fondamentale chiedere alla Regione di rivedere i propri programmi di prevenzione e di attuare misure che scoraggino l’abbandono delle campagne e delle montagne, e ai Parchi di difendere le aree protette con maggiore convinzione. I cittadini - lo hanno dimostrato - vogliono e sanno essere sempre custodi e difensori del proprio territorio. La politica deve aiutarli con scelte coerenti con i reali interessi della collettività: le uniche grandi opere pubbliche di cui l’Italia e l’Abruzzo hanno realmente bisogno non sono nuove cementificazioni dell’ambiente, ma soltanto la messa in sicurezza del territorio, cercando di rimediare ai tanti, troppi errori del passato.

giovedì 10 agosto 2017

Occorre uno stop alla caccia

IL WWF SCRIVE AI GOVERNATORI E AL MINISTRO DELL’AMBIENTE: NECESSARIO UNO STOP ALLA CACCIA PER DARE UNA TREGUA ALLA FAUNA

Foto da Terre Marsicane


“DOPO IL CALDO ESTREMO, GLI INCENDI ESTESI E LA SICCITÀ, GLI ANIMALI SELVATICI SONO ALTAMENTE VULNERABILI”

IN ABRUZZO SONO STATI BRUCIATI 10 MILIONI DI METRI QUADRATI IN 7 GIORNI

“L’esclusione di qualsiasi ipotesi di apertura anticipata della caccia a qualsiasi specie; il divieto di attività venatoria per tutto il mese di settembre per consentire agli habitat e alla fauna di recuperare condizioni fisiologiche soddisfacenti; una verifica dopo il mese di settembre per valutare la situazione; un’azione capillare di contrasto al bracconaggio”. È quanto chiede il WWF in una lettera inviata al Ministro dell’Ambiente e ai presidenti di tutte le regioni italiane per chiedere una limitazione dell’attività venatoria nella stagione 2017-2018. 

“Come noto, l’estate 2017 si sta caratterizzando per le eccezionali ondate di calore e le conseguenti temperature medie molto elevate. Al caldo si somma una drammatica e perdurante siccità (si stima che il deficit a luglio di quest’anno risulti del 45% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 1970-2000). Per quanto riguarda gli incendi, risulta che sono andati distrutti dal fuoco - nel solo mese di luglio - oltre 65.000 ettari, comprese estese zone particolarmente pregiate per ricchezza di biodiversità come quelle di Parchi, Siti Natura 2000 e Oasi. Al momento non pare che questa complessa situazione muterà favorevolmente”. In Abruzzo, nella sola settimana scorsa, sono andati in fumo oltre 1000 ettari di boschi, macchie, praterie e diversi incendi stanno tuttora continuando a fare danni. 

Spiega il WWF nella lettera al ministro e ai governatori: “Un comprensibile allarme è stato lanciato anche dalle associazioni degli agricoltori per lo stato di difficoltà in cui versano gli animali da allevamento, a causa del caldo, della scarsità di acqua, di pascoli, di fieno. Se questa è la condizione degli animali allevati, curati dall’uomo, è altamente plausibile che il patrimonio faunistico nazionale si trovi in larga misura in una condizione di stress che lo rende altamente vulnerabile rispetto ad ulteriori, diverse pressioni”. 

“La situazione sarà ancora peggiore per gli uccelli migratori che, da questo mese, iniziano il viaggio verso l’Africa. Questi troveranno, in particolare nelle regioni del centro e del sud, in molte delle tradizionali aree di sosta e alimentazione, situazioni altamente mutate e critiche (boschi distrutti dagli incendi, fiumi e zone umide in secca, diffusa siccità, inaridimento) - continua la lettera del WWF - “I numerosi incendi di quest'anno, così come gli incendi degli anni passati, comportano una riduzione degli spazi di caccia poiché le aree percorse da incendi devono essere per legge sottratte all’attività venatoria: questo comporta che un numero più elevato di cacciatori si concentri nelle restanti aree aperte alla caccia”. 

Il WWF conclude la sua lettera chiedendo a ogni Regione, in base alle condizioni locali, “un divieto dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale, qualora le condizioni di siccità e l’estensione degli incendi abbiano determinato un calo sensibile degli habitat e delle risorse trofiche a disposizione della fauna selvatica; limitazioni temporali e/o spaziali alla caccia di determinate specie, in particolare agli uccelli acquatici, anche tramite il divieto di caccia da appostamento; il blocco dei ripopolamenti fino a data da destinarsi, per non sottrarre importanti risorse trofiche alla fauna già presente e blocco di qualsiasi forma di addestramento dei cani da caccia e di gare cinofile che costituiscono ulteriori fattori di stress per le popolazioni selvatiche”, come già suggerito in passato da autorevoli pareri ISPRA, anche in condizioni ben più lievi delle attuali.


lunedì 7 agosto 2017

Situazione di drammatica siccità

L’eccezionale periodo di calura e siccità richiede misure straordinarie di prevenzione e controllo


L’eccezionale e perdurante situazione meteo di estrema calura e siccità sta mettendo a dura prova il sistema idrico regionale, con alcune aree già in stato di profonda crisi e con la gran parte dei fiumi sotto il livello medio della stagione. Una situazione eccezionale che richiede misure straordinarie, a cominciare da una precisa e dettagliata conoscenza del territorio.
L’ARCI Pesca ha recentemente scritto alla Regione per chiedere che l’Abruzzo, imitando le Marche che hanno già agito in tal senso da alcuni giorni, disponga “un monitoraggio dei fiumi regionali, demandando il controllo alle polizie provinciali”, per una puntuale verifica “dello stato di salute della fauna ittica, visto quanto accaduto nel Fucino ed in altri corsi d’acqua minori oggi tutti in secca”. Una richiesta alla quale il WWF si associa, chiedendo alla Regione di monitorare anche la situazione degli acquiferi dai quali si riforniscono gli acquedotti per la distribuzione dell’acqua potabile.
«Il reticolato idrico regionale – dichiara il delegato WWF Luciano Di Tizio – è sotto stress per eccesso di captazioni, usi irrazionali, acquedotti colabrodo, corsi d’acqua superficiali soggetti ad inquinamento, ecc. Una situazione che richiederebbe un serio intervento e cospicui investimenti, ben più utili di quelli destinati a finanziare le ennesime cementificazioni che abbondano nel Masterplan regionale, sulle quali ci sarà da riflettere. Intanto però, con l’emergenza in corso, le ricognizioni a tappeto suggerite dall’ARCI Pesca possono rappresentare un primo concreto segnale di interessamento a cui una Regione ben amministrata non dovrebbe rinunciare».

venerdì 7 luglio 2017

Le faggete del PNALM sono Patrimonio Unesco


Il WWF Abruzzo festeggia un riconoscimento prestigioso che ora dovrà essere difeso e conservato




A distanza di un anno esatto dai lavori di asfaltatura dei Prati d’Angro, a Villavallelonga, arriva una bellissima notizia: la faggeta vetusta di Val Cervara è Patrimonio dell’Umanità. La nostra regione ha il suo primo sito Unesco. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise sono state selezionate infatti 5 faggete, per una superficie complessiva di 937 ettari, ricadenti nei comuni di Villavallelonga, Lecce nei Marsi, Pescasseroli e Opi. Oltre a quella di Val Cervara, che ha oltre 500 anni ed è la più antica d’Europa, sono state riconosciute le faggete di Moricento (Lecce nei Marsi), Coppo del Principe e Coppo del Morto (Pescasseroli) e Cacciagrande (Opi). La decisione è stata presa dall’Unesco venerdì 7 luglio a Cracovia. È la prima volta che nella lista italiana dei Patrimoni dell’Umanità compaiono delle foreste. Le faggete premiate sono associazioni forestali composte principalmente dal faggio (Fagus sylvatica) in associazione con altre essenze che vegetano nelle nostre montagne tra gli 800 e i 1.800 metri sul livello del mare. Queste foreste rivestono un’enorme importanza ecologica non solo per la presenza dei faggi ultracentenari, ma anche per la preziosa biodiversità che le contraddistingue. Ci fa piacere constatare come riconoscimenti di tale calibro e levatura internazionale vadano a premiare le politiche di conservazione e facciano emergere la vera essenza delle aree protette. L’ingresso nei siti Unesco potrà dare ai territori del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise nuovi canali di promozione turistica responsabile, basata sul rispetto e sulla conoscenza degli habitat di pregio e rivolta a un pubblico sensibile e attento, alla ricerca proprio degli ambienti naturali intatti.

Il WWF Abruzzo, insieme al WWF Abruzzo Montano, festeggia questo traguardo e si congratula con tutti coloro i quali hanno operato per ottenere un risultato tanto prestigioso, ma allo stesso tempo ricorda che non bisogna dare per scontato che questo ambito riconoscimento sia permanente. Per mantenere tale privilegio occorreranno responsabilità e un’azione amministrativa adeguata (a cominciare dal rispetto delle prescrizioni date per i lavori di Villavallelonga: l’apposizione della sbarra sulla strada di accesso e il ripristino di quanto realizzato senza autorizzazioni) che sappiano difendere un patrimonio che da oggi non è più solo nostro: ora appartiene a tutta l’Umanità.

sabato 3 giugno 2017

Sversato materiale di dubbia provenienza su alcuni terreni adiacenti al PNALM


Il WWF Abruzzo Montano, interessato dai cittadini, ha segnalato alle autorità preposte una potenziale emergenza ambientale, igienico-sanitaria e paesaggistica a Villavallelonga

Dopo l’amara vicenda della “strada nel bosco”, la lingua d’asfalto che porta nella località Aceretta, nel cuore di una Zona a Protezione Speciale, il territorio di Villavallelonga torna alla ribalta a causa dello sversamento e spandimento di ingenti quantità di materiale di natura e provenienza incerta, su diversi terreni adiacenti al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. 
Nei giorni scorsi, diverse decine di mezzi pesanti procedevano verso la zona del galoppatoio di Villavallelonga, all’ingresso del paese. Questo insolito ed anomalo traffico pesante ha incuriosito ed allertato diversi cittadini locali che, recandosi sui luoghi, hanno potuto documentare e fotografare da vicino il materiale scaricato e, dalle foto, è chiaramente visibile la presenza di elementi plastici e di presidi medico-chirurgici, inquinanti o potenzialmente tali. Il materiale è stato poi arato e miscelato quasi immediatamente nei terreni di conferimento, con interramento e cancellazione di tali residui.
Il WWF Abruzzo Montano, allertato dai cittadini, ha inoltrato una segnalazione di emergenza ambientale al Sindaco, all’ARTA, ai Carabinieri Forestali e alla Procura della Repubblica di Avezzano, affinché siano eseguiti sopralluoghi, accertamenti e indagini adeguate, per accertare la conformità e la provenienza del materiale, verificare lo stato dei luoghi e identificare eventuali reati in materia ambientale. 
Il WWF Abruzzo Montano ringrazia la sensibilità e la partecipazione attiva dei cittadini amanti e tutori del proprio territorio, che con coraggio hanno documentato una situazione di danno ambientale che sarebbe passata inosservata senza il loro intervento, in un luogo rimasto incontaminato per secoli ma ora costantemente aggredito e violentato dall’uomo.

sabato 27 maggio 2017

Classe amica della Natura 2017



Sabato 27 maggio il WWF Abruzzo Montano ha premiato come Classe amica della Natura la V A della scuola primaria Don Bosco di Avezzano.

“Infonde grande ottimismo e ammirazione il progetto interdisciplinare sulle energie e sulla loro sostenibilità, coordinato magistralmente nel corso dei 5 anni scolastici dalla docente Letizia Vincenti, in collaborazione con AmbeCo” – dichiara il presidente dell’associazione ambientalista, dott. Giuseppe Walter Delle Coste. “Assistere all’evento conclusivo, vedendo con quanta bravura e rigore scientifico questi bambini hanno padroneggiato le tematiche energetiche con prove dimostrative, ha emozionato i tantissimi presenti. È evidente la passione con la quale le insegnanti hanno lavorato, motivate dall’obiettivo di fornire nuovi spunti per una solida cultura scientifica, ma è sorprendente la sensibilità ambientale, verso il nostro territorio e il pianeta Terra, che gli alunni hanno voluto testimoniare con dimostrazioni, canti e coreografie. Il WWF crede fortemente nei giovani, nelle loro menti e nelle loro azioni: per questo intendiamo potenziare la collaborazione con le scuole. Imparare a vivere in modo sostenibile - rispettando e condividendo le risorse - è un diritto di bambine e bambini; insegnarlo è un dovere della scuola e della società, per accrescere la coscienza civile e ambientale nelle nuove generazioni: il domani di tutti noi.”

Grazie di cuore, allora, alle insegnanti della V A e a tutti i bambini: Giorgia Anselmi, Nico Babbo, Stefano Carbonelli, Giancarlo Caruso, Elisa Colabianchi, Silvia Collacciani, Leonardo De Blasis, Laura De Luca, Maria Vittoria Di Stefano, Asia Di Toro, Sofia Farina, Giulia Iacoboni, Matteo Iafrate, Martina Lacedonia, Valeria Maceroni, Tommaso Murzilli, Michela Musicanti, Keyla Quattrocchi, Manuel Rastellini, Nicolò Rodorigo, Marianna Rosati, Asia Scafati, Leonardo Valente, Elisa Zazza.

domenica 21 maggio 2017

Giornata delle Oasi WWF e RiservAmica



Quest'anno la Giornata delle Oasi WWF vuole essere una vera e propria festa della biodiversità, la ricchezza di ambienti e specie naturali che, insieme al patrimonio artistico e culturale, fa dell’Italia un paese unico al mondo. Pertanto, domenica 21 maggio al nostro tradizionale evento si affianca la quinta edizione di RiservAmica, in virtù del recente accordo tra WWF e l’Arma dei Carabinieri. I due enti complessivamente proteggono oltre 200 oasi, parchi e riserve. Questa nuova partnership permette a tutti i cittadini che lo desiderano di scoprire i tesori della nostra fauna, come i grifoni nella Riserva Statale del Monte Velino, presso Magliano de' Marsi e l’orso marsicano nella Riserva WWF delle Gole del Sagittario, presso Anversa degli Abruzzi.
La manifestazione è un appuntamento irrinunciabile per chi vuole scoprire la bellezza degli ambienti protetti, osservare specie rare, trascorrere una domenica all’aria aperta e toccare con mano l’impegno di chi, ogni giorno, difende in prima linea i nostri tesori. Le Oasi WWF e le Riserve dello Stato, infatti, sono un patrimonio comune che i due enti custodiscono storicamente, rappresentando così i capisaldi della conservazione in Italia.

martedì 9 maggio 2017

Problematica "Cinghiali"



Mentre l’iter di approvazione dei piani di caccia di selezione al cinghiale è ancora in via di definizione (il Comitato VIA li ha rinviati a VAS – Valutazione Ambientale Strategica, sin qui non attuata benché imposta dalla legge) l’ATC di Sulmona ha convocato per il 9 prossimo gli enti gestori di SIC e aree protette - tra cui il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ed il Parco della Majella - ricadenti nell’ambito di caccia di propria competenza, per “concordare” le modalità di caccia di selezione.
A parte l’opportunità o meno di una tale riunione prima dell’approvazione dei piani, dall’esame dei dati elaborati dallo stesso ATC emerge una situazione a dir poco sconcertante: secondo quanto riportato nel Piano di assestamento per ciò che riguarda la macro area 2, nella quale ricade la Valle del Sagittario, i danni medi causati dal cinghiale nel quadriennio 2011-2014 sono quantificati in € 780,00. Sempre stando a quanto riportato nel Piano, la soglia di riduzione del danno al 2016 deve scendere almeno del 6,6% ovvero, secondo i calcoli effettuati dall’ATC, nell’annualità 2016-2017 bisogna abbattere un totale di 656 cinghiali (433 da caccia programmata e 223 da caccia di selezione) per ridurre il danno medio di 50,00 euro!
Appare evidente, di fronte a queste cifre, che si tratta solo di consentire a qualche cacciatore di divertirsi e non certo di impedire danni che in quest’area sono evidentemente limitati. Il WWF ribadisce che per risolvere veramente l’emergenza cinghiali bisognerebbe toglierne la gestione ai cacciatori, che questa emergenza hanno causato con incauti ripopolamenti. In ogni caso, vigendo l'attuale normativa, non si può consentire di sparare sempre e ovunque, con evidenti rischi anche per la pubblica incolumità, ma soltanto là dove il problema esiste.
La verità è che nella Valle del Sagittario l’emergenza cinghiali semplicemente non c’è. Non si tratta di un’area critica né di un’area vulnerabile e non sono dunque in alcun modo giustificabili interventi di prelievo su questo territorio con dispendio di energie e risorse che potrebbero essere invece destinati ad altre zone, dove il problema è più rilevante. La macro area 2, nella quale è compresa la Riserva Naturale Regionale e Oasi WWF Gole del Sagittario, è particolarmente delicata per la costante presenza dell’orso bruno marsicano e del lupo e per essere area di alimentazione dell’aquila reale: aprirla alla caccia di selezione nel periodo riproduttivo potrebbe rappresentare un enorme fattore di disturbo e di stress per queste e altre specie animali tutelate dalle direttive comunitarie. In questo territorio gli Obiettivi di riduzione del danno e le misure gestionali da attuare devono riguardare in primo luogo l’adozione di strumenti di prevenzione come, ad esempio, sistemi acustici, recinzioni meccaniche e recinzioni elettrificate, e non certo un indiscriminato e sostanzialmente inutile ricorso alle armi da fuoco.
Va anche rimarcata la sacrosanta preoccupazione di chi fa notare come l’attività di caccia di selezione, semmai malauguratamente autorizzata in quest’area, andrebbe ad insistere in territori, anche al di fuori del perimetro del SIC, ma ad essa strettamente limitrofi, in cui sono presenti diversi percorsi escursionistici frequentati soprattutto in questo periodo a fini turistici da decine e decine di persone la cui incolumità verrebbe inevitabilmente messa a rischio.

martedì 25 aprile 2017

La banda dei birichini è con il lupo



L'associazione WWF Abruzzo Montano, in collaborazione con La banda dei birichini, nido d'infanzia e scuola materna di Avezzano, prosegue la campagna di sensibilizzazione a difesa del lupo, minacciato dal piano di abbattimento legale in discussione in questi mesi.
Il progetto - coordinato dall’insegnante nonché socia WWF Roberta D'Ambrosio - ha visto l'impegno entusiasta di tutti i bambini, che hanno colorato i disegni in maniera impeccabile, considerata la loro tenera età!
Il WWF Italia dal 1971 è in prima linea per la difesa del lupo, predatore fondamentale per i nostri ecosistemi, e continuerà sempre ad opporsi contro l’abbattimento selettivo, che non può essere la soluzione ai problemi di coesistenza con le attività umane agricole e zootecniche.
La bibliografia scientifica dimostra come gli abbattimenti non riducano né i danni né i conflitti: si risponde alle istanze delle parti più retrograde degli operatori del settore, attraverso una soluzione che peraltro è estremamente pericolosa per una specie che viene già duramente colpita da bracconaggio e uccisioni accidentali. Ogni anno, infatti, in Italia vengono ritrovati circa 300 lupi morti per bracconaggio, bocconi avvelenati, lacci e incidenti stradali.
Per il WWF il nuovo Piano per la conservazione e gestione del lupo deve dare priorità agli interventi per la prevenzione e il giusto risarcimento dei danni subiti dagli allevatori, al contrasto del randagismo canino e dell’ibridazione cane–lupo, nonché alla ricerca scientifica per determinare lo stato della specie. Gli studi dimostrano che le tecniche di prevenzione dei danni (recinzioni elettrificate e cani da guardia), unite alla corretta attività di informazione, sono la soluzione più efficace per garantire la convivenza del lupo con la zootecnia.

sabato 25 marzo 2017

Earth Hour 2017


Sabato 25 marzo torna l’Ora della Terra

Il WWF Abruzzo Montano sarà a Massa d’Albe anche per parlare di aironi




Sabato 25 marzo, dalle ore 17, presso la sala polifunzionale del Comune di Massa d'Albe, si terrà l’Assemblea annuale dei soci WWF Abruzzo Montano, per illustrare le attività svolte nel 2016 e la programmazione annuale per il 2017 a difesa dell’ambiente.
Durante l’assemblea, con la partecipazione dei sindaci di Massa d’Albe, Magliano de’ Marsi e Scurcola Marsicana, si discuterà dell’istituenda “Oasi degli Aironi”, destinata a tutelare una garzaia di grande valenza naturalistica e scientifica sorta in una cava abbandonata nel territorio di Massa d’Albe. Il progetto prevede anche la costruzione di un capanno di osservazione che permetterà di dedicarsi al birdwatching senza disturbare la cova degli aironi.
Il WWF Abruzzo Montano ringrazia per la collaborazione e l’impegno profuso nella realizzazione di questo splendido progetto l’Amministrazione comunale di Massa d’Albe, nelle persone del sindaco Giancarlo Porrini e del geom. Enzo Biancone dell’Ufficio tecnico, l’ornitologo Bruno Santucci e i soci Tiziano Collacciani ed Enrico Salucci, che stanno dando un prezioso contributo per la difesa e la valorizzazione di un territorio assediato dalle cave. Un ringraziamento va anche all’ACIAM che ha bonificato l’area - durante l’assenza autunnale degli aironi, per non arrecare loro disturbo - raccogliendo decine di tonnellate di rifiuti.  
Alle 20.30 è poi in programma lo spegnimento delle luci della Piazza del Municipio di Massa d’Albe per la concomitanza con l’evento planetario Earth Hour – Ora della Terra.
L’Ora della Terra è volta a sensibilizzare l’umanità sul tema del cambiamento climatico. Le luci resteranno spente per un’ora attraverso tutti i fusi orari, dal Pacifico alle coste atlantiche, per dare vita ad uno straordinario evento globale nato a Sydney nel 2007 ed ora diffuso in tutto il mondo, dalle più grandi metropoli ai più piccoli paesi. Nella Provincia de L’Aquila quest’anno hanno aderito i comuni di Aielli, Alfedena, Anversa degli Abruzzi, Avezzano, Celano, Collarmele, Gioia dei Marsi, L’Aquila, Luco dei Marsi, Magliano de’ Marsi, Massa d’Albe, Ortona dei Marsi, Pacentro, Pescina, Rocca di Mezzo, San Benedetto dei Marsi, Scurcola Marsicana e Trasacco.

mercoledì 15 marzo 2017

Convocazione Assemblea annuale soci



Sabato 25 marzo 2017, presso la sala polifunzionale del Comune di Massa d'Albe, è convocata alle ore 16.30 in prima convocazione ed alle ore 17 in seconda convocazione, l’Assemblea annuale dei soci WWF Abruzzo Montano, per discutere il seguente O.d.G.

1. Relazione attività 2016
2. Approvazione del rendiconto economico 2016
3. Programmazione attività 2017
4. Oasi degli aironi di Massa d'Albe
5. Varie ed eventuali

Prima dell’inizio dei lavori sarà possibile iscriversi o rinnovare l’adesione al WWF Italia.
Al termine dell'assemblea ci sarà lo spegnimento delle luci di Piazza del Municipio per l'evento Earth Hour 2017 e ci si potrà fermare per una cena a km zero in un locale della zona (per info e prenotazioni è gradito il contatto via e-mail o telefono)

lunedì 13 marzo 2017

I tritoni di Papacqua

I volontari del WWF Abruzzo Montano soccorrono rari anfibi

L’area umida di Papacqua va tutelata e valorizzata




In questi primi giorni di primavera meteorologica, alcuni volontari del WWF Abruzzo Montano hanno soccorso e messo in salvo alcuni individui maschi di tritone crestato italiano (Triturus carnifex), che dopo aver svernato in un pozzo asciutto presente nel giardino di un’abitazione in località Papacqua di Avezzano, non riuscivano più ad uscirne per la particolare conformazione delle pareti, lisce e verticali. Dopo essere stati prelevati (le manipolazioni degli anfibi vanno fatte il meno possibile e solo con le mani bagnate, per evitare di asportare il sottile strato di muco che protegge la loro delicatissima pelle), sono stati subito liberati in un sito idoneo, nelle immediate vicinanze.
Il tritone crestato italiano, anfibio urodelo (caudato) appartenente alla famiglia delle Salamandre, è una specie di interesse conservazionistico che negli ultimi decenni ha subito ovunque una diminuzione nella popolazione, minacciata dalla rarefazione e dalle continue modifiche degli ambienti acquatici che utilizza per la riproduzione. Lungo al massimo 18 cm, è caratterizzato dal dorso scuro e dal ventre giallo-arancio con macchie nere. I maschi, durante il periodo riproduttivo, sviluppano una cresta dorsale, da cui deriva il loro nome. 
La presenza dei tritoni, un tempo abbondanti in tutto il bacino del Fucino, è ormai molto localizzata ma per fortuna l’area umida di Papacqua - prezioso e sottovalutato scrigno di biodiversità della città di Avezzano - nonostante tutte le aggressioni subite, continua a garantire la sopravvivenza di questi meravigliosi animali.
Nel quartiere di Papacqua si trova l’Istituto per l’agricoltura di Avezzano e nella campagna adiacente alcune risorgive danno origine a stagni e laghetti collegati da piccoli corsi d’acqua. Questa oasi naturale adiacente alla città è quanto residua della vasta area umida che si estendeva a macchia di leopardo in tutta la porzione meridionale del nucleo urbano.

sabato 11 marzo 2017

L'IC "Fontamara" di Pescina è con il lupo

Vi presentiamo i bellissimi disegni degli studenti dell'Istituto Comprensivo "Fontamara" di Pescina, che hanno aderito alla campagna del WWF in difesa del lupo per dimostrare in maniera allegra e colorata il loro desiderio di lasciar vivere questo splendido animale. Un semplice disegno come testimonianza offerta da giovani che, riproponendo l’azione portata avanti dai loro padri negli anni ’70 del secolo scorso, vogliono contribuire a salvare il lupo. Complimenti a tutti loro!





















lunedì 6 marzo 2017

L'isola che non c'è. Un anno dopo.


Il WWF Abruzzo Montano commenta le dichiarazioni dell’assessore all’ambiente sull’isola pedonale permanente

Il tempo dei progetti è concluso, è ora di fare




“Correva l’anno 2016, il mese era febbraio, e tutti coloro che volevano vedere nella nuova Avezzano il tratto distintivo della modernità e del rispetto della legge, aspettavano fiduciosi che l’amministrazione comunale desse attuazione alla Delibera n. 180 del 2009, così come sancito dal TAR e dal Consiglio di Stato. Purtroppo, però, tali speranze risultarono vane”.
Con queste parole, il Direttivo del WWF Abruzzo Montano risponde all’assessore all’ambiente del Comune di Avezzano Roberto Verdecchia, il quale sulla stampa si dichiara favorevole all’introduzione dell’isola pedonale in centro città e invita le associazioni ambientaliste a lavorare insieme ad un’idea diversa di isola pedonale permanente.
“Il tempo dei progetti è concluso, è ora di fare. Il restyling di piazza Risorgimento e delle vie adiacenti è già stato progettato e tutti gli addetti ai lavori lo conoscono” - aggiunge Walter Delle Coste, presidente del WWF Abruzzo Montano - “Se l’attuale amministrazione comunale vuole mettere in atto quel che è già scritto sulle carte, noi saremo ben lieti di lodare il loro operato, senza tuttavia prestarci a strumentalizzazioni nell'imminenza della scadenza elettorale.”
Il centro di Avezzano ha purtroppo raggiunto livelli di abbandono mai registrati nella sua centenaria storia. Al di là delle questioni ambientali, sociali e di salute pubblica, a cui l’isola pedonale gioverebbe indiscutibilmente, il WWF Abruzzo Montano sottolinea anche i vantaggi economici che essa porterebbe.
“È necessario attrarre le persone in centro. Soltanto la predisposizione del «salotto buono»  potrà riuscire in questo intento. La paura che il divieto di utilizzare la macchina potesse deprimere ancor di più il commercio del centro cittadino è ormai superata, e quei negozi che più di tutti paventavano la loro chiusura con l’introduzione dell’isola pedonale, hanno abbassato le serrande con le macchine ancora accanto.”

giovedì 23 febbraio 2017

Avezzano torni ad essere una città giardino





Il WWF Abruzzo Montano commenta l’incontro con l’amministrazione comunale

Ribaditi i principi di base e le scelte migliori per una corretta gestione del verde



In relazione alle polemiche sui social network rivolte alla recente visita del Delegato regionale del WWF Luciano Di Tizio ad Avezzano (per alcuni ambientalisti locali inopportuna, a 3 mesi dalle elezioni), il WWF Abruzzo Montano dichiara che - non essendo un partito politico ma un’associazione ambientalista - tra i propri doveri c’è quello di criticare, dialogare e pungolare le amministrazioni comunali di qualsiasi colore politico esse siano, al fine di tutelare il verde cittadino. Ed è proprio quello che è avvenuto - come in altre occasioni in tempi non sospetti - lunedì 13 febbraio, alla vigilia di importanti interventi di manutenzione straordinaria di strade e marciapiedi. Nel recente passato, questi cantieri hanno quasi sempre comportato un taglio indiscriminato di alberi. Durante l’incontro tra WWF e Comune di Avezzano si sono ribaditi alcuni principi inderogabili e nell’occasione l’amministrazione comunale (presenti il sindaco Gianni Di Pangrazio, l’assessore all’ambiente Roberto Verdecchia e il consigliere Rocco Di Micco), insieme ai dirigenti (presenti l’arch. Massimo De Sanctis e il dott. Tiziano Zitella), si è impegnata ad incrementare il patrimonio arboreo della città. In particolare, via Napoli diventerà un corridoio verde che unirà Villa Torlonia al Parco del Salviano. L'obiettivo è quello di restituire ad Avezzano l’aspetto - perduto nel corso degli anni - di città giardino, attraverso tre azioni:
Prevedere che i nuovi marciapiedi siano impreziositi da essenze arboree ornamentali.
Ripiantare gli alberi rimossi dalle aiuole del centro cittadino.
Curare le aree destinate a verde pubblico, attraverso la messa a dimora di arbusti ed alberi autoctoni, sul modello di quanto già realizzato in via Filippo Turati.
Per legge nazionale (n.10/2013 “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”) tutti i comuni con più di 15.000 abitanti sono obbligati a dotarsi di un catasto degli alberi e di un regolamento di buona gestione del verde, mentre a fine mandato gli amministratori devono produrre un “bilancio del verde” in cui dimostrare il proprio operato in materia di verde urbano. Gli alberi sono un patrimonio importantissimo per Avezzano. Oltre a rendere più bella e gradevole la nostra città e ad elevare il valore immobiliare delle abitazioni, gli alberi contribuiscono a svolgere una serie di importanti funzioni ecologiche direttamente connesse alla nostra qualità della vita. Tigli, frassini e biancospini sono tra le essenze che offrono la maggiore assimilazione di anidride carbonica per metro quadrato di fogliame. Olmi, ippocastani, aceri e ancora tigli sono ottime barriere contro le polveri sottili, tanto che 5000 piante assorbono sino a 228 chili di PM10, ovvero le emissioni di mille macchine che percorrono in un anno circa 20 mila chilometri. Tutte, poi, producono ossigeno e filtrano e riducono rumori, luci, vibrazioni, oltre a contribuire in modo decisivo a migliorare il microclima urbano, in particolare mitigandone il tipico effetto da “isola di calore” che avvertiamo in estate.

martedì 21 febbraio 2017

L’impianto Ekorec rinviato alla procedura VIA



Saranno necessari studi più approfonditi per valutare l’incidenza dell’impianto di trattamento rifiuti

Il sindaco di Aielli, il Comitato per la difesa del Territorio e il WWF Abruzzo Montano sono intervenuti in audizione per ribattere alle controdeduzioni presentate dalla ditta che propone l’insediamento


Nella riunione del CCR VIA - Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale - svoltasi a L’Aquila martedì 21 febbraio 2017, è stata discussa la pratica riguardante il progetto di un impianto, nel territorio di Aielli, di trattamento e recupero di rifiuti speciali e urbani non pericolosi, provenienti principalmente da spazzamento stradale, pietrisco ferroviario, fanghi, pulizia delle caditoie e dall’eliminazione delle sabbie dei depuratori.
Il WWF Abruzzo Montano aveva già presentato proprie osservazioni in criticità alla relazione tecnica, per la presenza all’interno del sito produttivo di una zona a “rischio frana potenzialmente alto”, e lamentato l’assenza di misure di mitigazione e prevenzione del rischio da potenziali interferenze, in caso di eventi calamitosi, anche per la sottostante falda acquifera dei Santi Martiri (Fonte Grande). La zona d’insediamento dell’impianto, a ridosso dello svincolo autostradale di Aielli-Celano, è già penalizzata dal traffico; il conferimento con mezzi pesanti delle 60.000 tonnellate annue di rifiuti, lo stoccaggio e il trattamento di recupero con trituratore e vaglio, avrebbero determinato un aumento delle emissioni in atmosfera, con peggioramento della qualità dell’aria. Le attività del ciclo di recupero, previste dalle 6 del mattino fino alle 22, avrebbero potuto presentare anche problematiche a livello d’inquinamento acustico e odorigeno, con riflessi di turbativa alle abitazioni e alle attività alberghiero-ricettive vicine all’impianto.
Questi dubbi sono stati riproposti e rinforzati durante l’audizione del 21/02/2017, con gli interventi del sindaco del Comune di Aielli, Enzo Di Natale, del Comitato per la difesa del territorio, rappresentato da Benedetto Di Pietro e del presidente del WWF Abruzzo Montano, Giuseppe Walter Delle Coste, per ribattere alle controdeduzioni presentate dalla Società Ekorec, proponente l’impianto.
All’unanimità, il Comitato di Coordinamento Regionale, presieduto dalla dott.ssa Cristina Gerardis, ha espresso il parere di rinvio del progetto a procedura VIA, vale a dire ha rigettato questa relazione tecnica.
Il CCR VIA ha ritenuto valide le argomentazioni esposte in audizione e ritiene necessario che la ditta presenti un nuovo progetto per la Valutazione di Impatto Ambientale, con studi approfonditi in merito alle emissioni odorigene, alla diffusione delle polveri, indagini sito-specifiche sulla falda idrica sotterranea e sull’effetto cumulo con le attività insediate in un territorio “ampiamente antropizzato”, che vede la presenza di un impianto di trattamento rifiuti da 83.500 tonnellate dell’ACIAM, di rottamazione veicoli e altre attività, a ridosso della piana del Fucino.
Il WWF Abruzzo Montano esprime soddisfazione per questo parere, sintesi di una partecipazione corale e collettiva a presidio del territorio, dell’ambiente e della salute della popolazione.

sabato 18 febbraio 2017

#SOSlupo



I disegni dei ragazzi in mostra a Pescara

Ragazze e ragazzi in azione oggi a Pescara, per testimoniare la loro solidarietà nei confronti del lupo. "Fino ad oggi - spiega il WWF Abruzzo - grazie a una grande mobilitazione, siamo riusciti a fermare l’abbattimento dei lupi: quasi 200.000 persone hanno sottoscritto una petizione del WWF al Ministero dell’Ambiente per stralciare questa misura dal Piano di gestione e nelle ultime settimane un milione di italiani si sono fatti sentire attraverso i social network contro l'ipotesi di abbattimenti. Ma il pericolo che il Piano venga approvato con la previsione degli abbattimenti è ancora reale. È necessaria una mobilitazione ancora più forte e tante sono le iniziative che stiamo portando avanti". È per questo che in Abruzzo il WWF ha chiesto alle ragazze e ai ragazzi della regione di realizzare un disegno del lupo, per dimostrare in maniera allegra e colorata il desiderio di lasciar vivere questo splendido animale. Un semplice disegno come testimonianza offerta da giovani che, riproponendo l’azione portata avanti dai loro padri negli anni ’70 del secolo scorso, proprio dall’Abruzzo vogliono contribuire a salvare il lupo. I disegni, tantissimi, sono stati presentati questa mattina in piazza a Pescara ai giornalisti e ai cittadini come testimonianza di una mobilitazione che, benché sia stata lanciata solo pochi giorni fa, ha ottenuto eccezionali risultati. Dopo la mostra di oggi, i disegni saranno utilizzati per rafforzare l’azione di comunicazione e sensibilizzazione a difesa del lupo e saranno poi conservati presso il Centro di documentazione ambientale gestito dal WWF a Teramo.
Al progetto ha aderito anche la scuola elementare “Mazzini” di Avezzano.

giovedì 9 febbraio 2017

Pericoli e degrado ad Antrosano


Una segnalazione del WWF Abruzzo Montano agli enti preposti

Grave situazione di pericolo e degrado ad Antrosano




Il WWF Abruzzo Montano ha segnalato agli enti preposti una grave situazione di pericolo e degrado ad Antrosano. Purtroppo, infatti, al fascino del borgo vecchio della frazione avezzanese si contrappone l’incuria che domina sulla parte bassa del paese, abbandonata all’inciviltà di quanti sono abituati a calpestare le più elementari regole di convivenza civile.
La collina di Antrosano è un autentico tesoro naturalistico, grazie al mosaico di campi coltivati, frutteti, siepi, pascoli e boschi che a volte accolgono al loro interno sorgenti di acqua limpidissima che si disperde nella campagna sottostante. E qui cominciano i problemi. Questa campagna, infatti, è tagliata in due dalla strada provinciale 125, un pericolosissimo rettilineo su cui gli autoveicoli sfrecciano tra le case a velocità proprie di un autodromo, a dispetto del limite fissato a 50 km/h. Scendendo da questa arteria verso l’autostrada A25, che le scorre parallela a soli 300 metri di distanza, ci si inoltra in quella che pare una terra di nessuno nella quale trova spazio un’ampia discarica abusiva con lastre e serbatoi in cemento-amianto (Eternit), pneumatici, elettrodomestici, sanitari, materiali edili, inerti, rifiuti solidi urbani… Risalendo verso il paese, dopo aver attraversato nuovamente la provinciale, ci si imbatte in una fogna a cielo aperto che lascia scorrere le proprie acque maleodoranti lungo il margine del campo sportivo.
Il WWF Abruzzo Montano, nella sua segnalazione, ha chiesto a tutti gli enti coinvolti di attivarsi per una rapida risoluzione delle problematiche descritte.



martedì 31 gennaio 2017

I modelli meteorologici avevano previsto tutta questa neve?



di Antonio Frigioni


L’Abruzzo è stato recentemente protagonista inerme di una delle pagine più nere della sua storia. Il 18 gennaio, in soli 60 minuti, si sono registrate nei pressi di Montereale (Aq) tre scosse di magnitudo superiore al quinto grado della scala Richter. Solo qualche ora dopo, una valanga si è staccata nei pressi della parte alta del comune di Farindola (Pe), colpendo l’Hotel Rigopiano e causando la morte di 29 persone. Una fortuita quanto unica concomitanza di eventi che ha generato dolore tra i parenti e gli amici delle vittime, gettando nello sconforto un’intera regione, già falcidiata e stremata dalle precedenti scosse e dalle abbondanti nevicate.
Proprio queste ultime sono state le responsabili di tale disastro. La valanga generatasi era formata prettamente da neve molto pesante e umida, causata da una bassa pressione stazionante per diversi giorni sul medio-basso Tirreno. 
Una configurazione meteorologica piuttosto insolita per due motivi:

1) Le nevicate più intense sull’Abruzzo orientale avvengono generalmente con l’ingresso deciso di aria gelida dai Balcani.
Questa tipologia d’aria è particolarmente fredda perché o proviene direttamente dalle steppe siberiane (denominato Burian) o dall’Artico (attraversando tutto il continente europeo orientale e raffreddandosi ulteriormente). Quando raggiunge l’Adriatico, si carica di umidità provocando precipitazioni intense. Esempi di tale configurazione meteorologica sono l’epifania 2017, il capodanno 2015 (31 gennaio 2014 - 1 gennaio 2015) e il 15 dicembre 2007, quando in tutti i casi gli accumuli hanno superato abbondantemente il metro di altezza. La particolarità di tali nevicate è la qualità della neve, che risulta essere farinosa, soffice e leggera, molto asciutta. Dagli studi condotti in merito, si è scoperto che la densità della neve umida risulta essere circa 3 volte quella della neve asciutta. Solo per farsi un’idea, un metro cubo di neve umida pesa più di un quintale rispetto alla neve farinosa.
Questo spiega in parte come la valanga che ha colpito Rigopiano fosse una valanga con una potenza distruttiva immane.

2) Quando le basse pressioni si formano sul Tirreno, tendono generalmente a traslare verso est, provocando un miglioramento delle condizioni atmosferiche nell’arco di una giornata. 
In questo caso, invece, il minimo ha provocato, per più giorni, una rotazione ciclonica dei venti (in senso antiorario) carichi di aria relativamente calda, umida e instabile che veniva sospinta dal Tirreno verso l’Adriatico. Passando sopra quest’ultimo, gli stessi si caricavano di ulteriore umidità e instabilità, ponendosi dai quadranti orientali-nordorientali. Tale disposizione porta le correnti a ‘scontrarsi’ con le catene dei monti prospicienti l’Adriatico (nel caso dell’Abruzzo il Gran Sasso, i Monti della Laga e della Maiella), deviando i moti verso l’alto (in gergo tecnico STAU). Questo fenomeno contribuisce ad un’intensificazione dei fenomeni già di per sé importante. Un ulteriore aumento delle precipitazioni è legato alla configurazione barica, ovvero a come si presenta la pressione al suolo. Una bassa pressione, ad esempio, può essere sinotticamente schematizzata come una circonferenza isobarica (ovvero un cerchio il cui perimetro rappresenta una pressione atmosferica costante a livello del suolo). Dal centro di bassa pressione verso l’esterno, i gradienti di pressione atmosferica (ovvero le differenze di pressione atmosferica) sono elevatissimi (isobare molto strette). Questo comporta un aumento dell’intensità dei venti. In parole povere, venti molto forti provocano un flusso di goccioline verso l’alto maggiore, aumentando le precipitazioni.

Ma una domanda sorge spontanea: i modelli meteorologici avevano previsto questo?
La risposta è sì. Se si vanno ad analizzare le figure sottostanti, si può notare che i due principali modelli di previsione globale (ECMWF e GFS) prevedevano già da venerdì 13 gennaio quanto descritto sopra, ovvero un minimo stazionante sul medio-basso Tirreno che provoca forti precipitazioni sull’Abruzzo orientale (Figg. 3a-3b).







Figg. 1a-1b: previsione del modello globale europeo ECMWF del 13 gennaio per il 16 gennaio (sx) e per il 17 gennaio (dx). Notare come il minimo (segnato con un cerchio rosso) rimanga posizionato sul medio-basso Tirreno





     

Figg. 2a-2b: previsione del modello globale americano GFS del 13 gennaio per il 16 gennaio (sx) e per il 17 gennaio (dx). Con il cerchio rosso è segnalato il minimo di bassa pressione. Notare come i due modelli siano molto simili nella collocazione del minimo, considerando che la previsione sinottica dell’ECMWF è posticipata di 6 ore rispetto a quella del GFS (spiegando in parte le minime differenze visibili)




    

Figg. 3a-3b: reanalisi della sinottica del 16-17 gennaio. Notare come sia ECMWF che GFS abbiano descritto bene la posizione del minimo centrato a largo della costa campana e calabrese


Inseriamo, come ulteriori immagini, le cartine del Consorzio LAMMA, ovvero il Laboratorio di Monitoraggio e Modellistica Ambientale per lo sviluppo sostenibile (Consorzio pubblico tra regione Toscana e CNR) sui quantitativi di neve caduti previsti nelle 24 ore precedenti alla data presa in analisi:

   



Figg. 4a-4b: la figura a sinistra (4a) mostra le previsioni del 14 gennaio sui quantitativi di neve che cadranno nelle varie regioni dalle ore 12UTC del 15 gennaio alle ore 12UTC del 16 gennaio. Notare come nelle zone a ridosso della Maiella e del Gran Sasso erano previsti fino ad un metro e mezzo di neve in sole 24 ore. La figura a destra (4b) mostra le previsioni del 17 gennaio sui quantitativi neve che cadranno nelle varie regioni entro il 18 gennaio alle ore 00UTC. Notare come nelle medesime località si prevedeva almeno un ulteriore metro di neve, che si sarebbe sommato alla già abbondante coltre nevosa presente il 17 gennaio

Ma alla fine si poteva prevedere la valanga di Rigopiano? 
Allo stato attuale delle conoscenze non si può fare una previsione temporale su dove avverranno le valanghe, come accade invece nelle previsioni del tempo. Però è possibile e fondamentale (per ridurre drasticamente tali stragi) realizzare una carta di localizzazione dei pericoli di valanghe, che possa dare una stima probabilistica dell’evento. Quest’ultima può tener conto non solo della complessa geomorfologia del territorio, ma anche dei rischi che possono derivare da un manto nevoso instabile (dovuto per esempio ad un aumento di temperatura o a venti forti), dalla quantità di neve presente al suolo o dalla qualità della stessa . 
E per fortuna queste ultime variabili (temperatura, vento, precipitazioni, umidità, etc.) possono essere calcolate, con una buona affidabilità (e anche grazie all’ausilio di strumentazione moderna come satelliti, radar, lidar), dai modelli meteorologici.