giovedì 10 agosto 2017

Occorre uno stop alla caccia

IL WWF SCRIVE AI GOVERNATORI E AL MINISTRO DELL’AMBIENTE: NECESSARIO UNO STOP ALLA CACCIA PER DARE UNA TREGUA ALLA FAUNA

Foto da Terre Marsicane


“DOPO IL CALDO ESTREMO, GLI INCENDI ESTESI E LA SICCITÀ, GLI ANIMALI SELVATICI SONO ALTAMENTE VULNERABILI”

IN ABRUZZO SONO STATI BRUCIATI 10 MILIONI DI METRI QUADRATI IN 7 GIORNI

“L’esclusione di qualsiasi ipotesi di apertura anticipata della caccia a qualsiasi specie; il divieto di attività venatoria per tutto il mese di settembre per consentire agli habitat e alla fauna di recuperare condizioni fisiologiche soddisfacenti; una verifica dopo il mese di settembre per valutare la situazione; un’azione capillare di contrasto al bracconaggio”. È quanto chiede il WWF in una lettera inviata al Ministro dell’Ambiente e ai presidenti di tutte le regioni italiane per chiedere una limitazione dell’attività venatoria nella stagione 2017-2018. 

“Come noto, l’estate 2017 si sta caratterizzando per le eccezionali ondate di calore e le conseguenti temperature medie molto elevate. Al caldo si somma una drammatica e perdurante siccità (si stima che il deficit a luglio di quest’anno risulti del 45% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 1970-2000). Per quanto riguarda gli incendi, risulta che sono andati distrutti dal fuoco - nel solo mese di luglio - oltre 65.000 ettari, comprese estese zone particolarmente pregiate per ricchezza di biodiversità come quelle di Parchi, Siti Natura 2000 e Oasi. Al momento non pare che questa complessa situazione muterà favorevolmente”. In Abruzzo, nella sola settimana scorsa, sono andati in fumo oltre 1000 ettari di boschi, macchie, praterie e diversi incendi stanno tuttora continuando a fare danni. 

Spiega il WWF nella lettera al ministro e ai governatori: “Un comprensibile allarme è stato lanciato anche dalle associazioni degli agricoltori per lo stato di difficoltà in cui versano gli animali da allevamento, a causa del caldo, della scarsità di acqua, di pascoli, di fieno. Se questa è la condizione degli animali allevati, curati dall’uomo, è altamente plausibile che il patrimonio faunistico nazionale si trovi in larga misura in una condizione di stress che lo rende altamente vulnerabile rispetto ad ulteriori, diverse pressioni”. 

“La situazione sarà ancora peggiore per gli uccelli migratori che, da questo mese, iniziano il viaggio verso l’Africa. Questi troveranno, in particolare nelle regioni del centro e del sud, in molte delle tradizionali aree di sosta e alimentazione, situazioni altamente mutate e critiche (boschi distrutti dagli incendi, fiumi e zone umide in secca, diffusa siccità, inaridimento) - continua la lettera del WWF - “I numerosi incendi di quest'anno, così come gli incendi degli anni passati, comportano una riduzione degli spazi di caccia poiché le aree percorse da incendi devono essere per legge sottratte all’attività venatoria: questo comporta che un numero più elevato di cacciatori si concentri nelle restanti aree aperte alla caccia”. 

Il WWF conclude la sua lettera chiedendo a ogni Regione, in base alle condizioni locali, “un divieto dell’attività venatoria su tutto il territorio regionale, qualora le condizioni di siccità e l’estensione degli incendi abbiano determinato un calo sensibile degli habitat e delle risorse trofiche a disposizione della fauna selvatica; limitazioni temporali e/o spaziali alla caccia di determinate specie, in particolare agli uccelli acquatici, anche tramite il divieto di caccia da appostamento; il blocco dei ripopolamenti fino a data da destinarsi, per non sottrarre importanti risorse trofiche alla fauna già presente e blocco di qualsiasi forma di addestramento dei cani da caccia e di gare cinofile che costituiscono ulteriori fattori di stress per le popolazioni selvatiche”, come già suggerito in passato da autorevoli pareri ISPRA, anche in condizioni ben più lievi delle attuali.


lunedì 7 agosto 2017

Situazione di drammatica siccità

L’eccezionale periodo di calura e siccità richiede misure straordinarie di prevenzione e controllo


L’eccezionale e perdurante situazione meteo di estrema calura e siccità sta mettendo a dura prova il sistema idrico regionale, con alcune aree già in stato di profonda crisi e con la gran parte dei fiumi sotto il livello medio della stagione. Una situazione eccezionale che richiede misure straordinarie, a cominciare da una precisa e dettagliata conoscenza del territorio.
L’ARCI Pesca ha recentemente scritto alla Regione per chiedere che l’Abruzzo, imitando le Marche che hanno già agito in tal senso da alcuni giorni, disponga “un monitoraggio dei fiumi regionali, demandando il controllo alle polizie provinciali”, per una puntuale verifica “dello stato di salute della fauna ittica, visto quanto accaduto nel Fucino ed in altri corsi d’acqua minori oggi tutti in secca”. Una richiesta alla quale il WWF si associa, chiedendo alla Regione di monitorare anche la situazione degli acquiferi dai quali si riforniscono gli acquedotti per la distribuzione dell’acqua potabile.
«Il reticolato idrico regionale – dichiara il delegato WWF Luciano Di Tizio – è sotto stress per eccesso di captazioni, usi irrazionali, acquedotti colabrodo, corsi d’acqua superficiali soggetti ad inquinamento, ecc. Una situazione che richiederebbe un serio intervento e cospicui investimenti, ben più utili di quelli destinati a finanziare le ennesime cementificazioni che abbondano nel Masterplan regionale, sulle quali ci sarà da riflettere. Intanto però, con l’emergenza in corso, le ricognizioni a tappeto suggerite dall’ARCI Pesca possono rappresentare un primo concreto segnale di interessamento a cui una Regione ben amministrata non dovrebbe rinunciare».