mercoledì 18 settembre 2013

Acqua (poco) azzurra, acqua cara....

La situazione del Servizio Idrico nella Marsica è talmente grave che merita di essere affrontata con un “Piano Marshall regionale” per l’acqua che ponga urgente rimedio ai gravissimi problemi ambientali, sociali ed economici riguardanti la gestione del Servizio Idrico nella Marsica e nell’intera Regione. Per usare un termine diffuso negli ultimi giorni, bisogna effettuare un vero e proprio parbuckling della gestione disastrosa degli ultimi anni.


Esprimiamo sconcerto e profonda preoccupazione relativamente alla gestione del Sistema Idrico Integrato nella Marsica. A fronte dei gravissimi problemi economici ed ambientali emersi clamorosamente negli ultimi mesi –  a partire dalla mancanza di depuratori funzionanti ed efficienti (con gravissime ripercussioni sullo stato delle acque del Fucino) – manca in sede politica e istituzionale un dibattito trasparente e serio.
Il CAM è gravemente inadempiente rispetto agli obblighi scaturenti dalla convenzione ventennale del 2007 ATO-CAM e ci chiediamo perché il Commissario Unico Straordinario non abbia ancora deciso di revocare la concessione di affidamento.
Basti pensare che – come attestato dal recente Piano Industriale - il CAM ha tralasciato completamente gli investimenti per le infrastrutture e per la depurazione: negli ultimi anni su 15 milioni versati dai cittadini destinati agli investimenti per le opere di depurazione, sono stati effettivamente impiegati solo 300.000 euro. Ci sorge spontanea qualche domanda: gli altri soldi che fine hanno fatto?  Lo stratosferico debito deriva solo dal fatto che la tariffa era troppo “bassa” (come ripetono molti) o c’è dell’altro? E’ vero che i fanghi dei depuratori non vengono rimossi per impossibilità di pagare i fornitori e che le sostanze tossiche vanno così a inquinare le falde? E’ vero che il CAM non ha soldi per riparare le tubature rotte? Perché il Consorzio  continua ad ignorare le più elementari norme di trasparenza quali la pubblicazione dei verbali degli organi di gestione? C’è tuttora qualcosa da nascondere?

La situazione è talmente grave che persino la Prefettura sta intervenendo convocando riunioni e tavoli. Al contempo le Autorità che hanno poteri di controllo sul CAM (Regione, Commissario Unico Straordinario) e che dovrebbero esercitare i propri incisivi poteri rimangono silenti e inerti. La questione “acqua” si sta  trasformando solo in un problema di ordine pubblico? La Regione e l’ERSI intendono delegare ogni decisione all’Autorità di Pubblica Sicurezza?
L’assordante silenzio della Regione e dell’ERSI legittima peraltro le idee più strampalate. Parte dei Comuni soci vorrebbero creare una bad company ove stornare tutte le passività e i debiti istituendo al contempo una nuova società mista pubblico-privata cui affidare la gestione del S.I.I., in barba al referendum del 2011; si parla di affidamenti trentennali per creare una posizione di monopolio appetibile per i privati in quanto idonea ad assicurare profitti enormi e sicuri, ma l’acqua è un diritto umano universale e nessuno può appropriarsene, né farci profitti! Infine c’è chi pensa che i problemi possano essere risolti da un gruppo di “saggi” che, come gli alchimisti medievali, dovrebbe escogitare, nel segreto delle loro stanze e con la connivenza di troppa politica, rimedi francamente impossibili e per di più contrastanti con l'abolizione legislativa degli ATO provinciali e subprovinciali e la creazione di un un unico ATO regionale (ATUR).

Riteniamo che l’Autorità titolare della concessione di affidamento al CAM S.p.A. (ossia il CUS, erede dell'Ente d'Ambito) debba trarre le conseguenze di questa situazione e cercare veri rimedi. Vi sono dirigenti regionali che da vent’anni prendono tutte le decisioni sull’organizzazione e la gestione del Servizio Idrico Integrato e  hanno assecondato – quantomeno per omesso controllo –la pessima gestione del CAM. I Comuni, a loro volta, sono doppiamente colpevoli in quanto sono soci del CAM e membri dell'Ente d'Ambito, e non hanno esercitato il proprio controllo né nell'una nè nell'altra veste. Oggi i dirigenti della Regione e gli amministratori dei Comuni non possono far finta di scendere dalla luna.

La situazione del Servizio Idrico nella Marsica è talmente grave che merita di essere affrontata con un “Piano Marshall regionale” per l’acqua che ponga urgente rimedio ai gravissimi problemi ambientali, sociali ed economici riguardanti la gestione del Servizio Idrico nella Marsica e nell’intera Regione. Per usare un termine diffuso negli ultimi giorni, bisogna effettuare un vero e proprio parbuckling della gestione disastrosa degli ultimi anni.

mercoledì 11 settembre 2013

La depurazione che non c'è: e noi paghiamo!

Lo scorso 27 ottobre 2012, il wwf Marsica ha inviato una denuncia di abbandono rifiuti in località Ponte Baggiano, nella quale si chiedeva non solo la bonifica dell’area, ma anche di effettuare un’analisi microbiologica per capire lo stato di qualità delle acque irrigue nelle località medesima.
A seguito di questa richiesta il giorno 13 novembre 2012 l’Arta Abruzzo ha effettuato sopralluogo e prelievo di campioni di acqua in due punti nella località di Ponte Baggiano. Il risultato delle analisi è stato comunicato a vari enti tra cui ASL, Consorzio di Bonifica Ovest e Regione Abruzzo. Le analisi parlavano chiaro, qualità microbiologica delle acque pessima con presenza di Enterococchi, Coliformi e Salmonella.

Il 13 gennaio 2013 l’Ufficio Qualità delle acque della Regione Abruzzo chiedeva formalmente all’ARTA di procedere ad informare della situazione riscontrata anche il Sindaco del comune di Avezzano affinché  potesse prendere gli opportuni provvedimenti. Provvedimenti che non sono mai arrivati.

Oltre al comune di Avezzano, la comunicazione di cui sopra venne inviata per conoscenza anche ad altri enti tra cui il Consorzio di Bonifica Ovest, il quale con comunicazione del 24 gennaio 2013 evidenziava di essere responsabile della sola manutenzione dei canali fucensi mediante riprofilatura e risagomatura periodica delle sponde e non dello stato di qualità delle acque.

Tuttavia oggi veniamo a conoscenza di  un’ordinanza comunale (ORD. N. 435) con cui si fa divieto assoluto di prelievo ed utilizzo delle acque a scopo irriguo in località Ponte Baggiano a seguito di analisi effettuate nello scorso mese di luglio (ignorando totalmente le precedenti analisi) e si chiede al Consorzio di Bonifica Ovest di provvedere al risanamento delle acque.

Tutto questo ci lascia estremamente perplessi sia in merito ai tempi, alle modalità e alle competenze dei soggetti interessati che a questo punto sembrano mostrare un evidente stato di confusione riguardo ai propri ruoli e funzioni. Ci chiediamo come mai nulla sia stato fatto prima dell’inizio della stagione agricola dato che i presupposti c’erano tutti. Ci troviamo di fronte al classico caso tutto italiano in cui si chiudono le porte dopo che i buoi sono ormai usciti  dalla stalla. 
L’inquinamento microbiologico delle acque del Fucino rappresenta la totale inadempienza di chi doveva depurare e non lo ha fatto e di chi doveva tutelare e assicurare all’economia agricola una qualità della risorsa idrica a dir poco eccellente dato che i prodotti finiscono sulle nostre tavole. Senza contare che i cittadini sostengono costi che riguardano non solo  i consumi, ma anche la depurazione delle acque, un servizio quest’ultimo totalmente assente, ma che paghiamo profumatamente.

Alla luce di tutto ciò, ci auguriamo che sul fronte della depurazione si inizino a fare meno parole e a lavorare concretamente ciascuno con i propri ruoli e competenze perseguendo obiettivi di tutela, igiene sanitaria e sicurezza alimentare, e si torni a parlare dei prodotti del Fucino come prodotti di eccellenza e qualità, cosa che non sarà possibile fare se la risorsa idrica continuerà ad essere soggetta ad una gestione che ci limitiamo a definire inadempiente e fallimentare.

Si rende noto che il wwf Marsica il 23 ottobre 2012 ha inviato una richiesta di informazioni sullo stato attuale dei depuratori a tutti i comuni marsicani mentre a febbraio 2013 ha segnalato alla ASL di competenza altri 7 punti di prelievo delle acque sull’intero territorio Fucense. Dopo aver ottenuto con molta fatica le risposte dai vari comuni, siamo ora in attesa del completamento dei monitoraggi e conseguenti  risultati delle analisi,  per poi procedere alla stesura e presentazione di un dossier che auspichiamo diventi un documento da cui partire per lavorare in sinergia cittadini e amministratori con proposte e azioni concrete relativamente al discorso depurazione delle acque.