domenica 11 dicembre 2016

Treni abruzzesi, ancora tagli




Il ridimensionamento delle corse e delle fermate sulla linea ferroviaria per Roma, intrapreso da Trenitalia con la complicità della Regione Abruzzo, è anti-ecologico e sbagliato. Le scelte sulla mobilità regionale piegano l’entroterra e il trasporto su ferro alla volontà di una Regione ostinata a puntare solo sul trasporto su gomma. Peggiorando pesantemente gli orari, si pongono le premesse per un ulteriore calo di passeggeri, che condurrà inevitabilmente alla definitiva chiusura della linea. Dall'11 dicembre scatterà la nuova organizzazione del trasporto ferroviario, che prevede drammatici tagli e che costringerà i pendolari a lunghe attese in banchina e alla conseguente dilatazione dei tempi. Da Avezzano verso Roma, ad esempio, tra il treno delle 7.12 e quello delle 11.12 permarrà una sola corsa, in luogo delle tre previste fino ad oggi. I pendolari saranno costretti ad anticipare la partenza, per poi tornare a casa almeno un’ora più tardi, oppure dovranno far ricorso al mezzo privato. Quest’anno si è toccato davvero il fondo col nuovo orario che cancella alcune corse e fermate, preziose soprattutto per le aree interne e per i pendolari. Il potenziamento della linea ferroviaria tra l’Abruzzo e Roma è uno dei classici della politica regionale: tutti l’hanno promesso, compreso l’attuale presidente Luciano D’Alfonso, salvo poi dimenticarsene al momento di fare scelte concrete. L’ennesimo peggioramento per la qualità della vita e dell’ambiente: il treno è il mezzo di trasporto più economico, piacevole ed ecologico e non a caso il più bistrattato. Le uniche alternative valide per uscire dall’atavico isolamento dell’entroterra abruzzese restano la via Tiburtina Valeria per i percorsi brevi e l’autostrada, ma quest’ultima rappresenta una scelta economicamente insostenibile per chi deve spostarsi ogni giorno. Il costo del pedaggio per andare da Avezzano a Roma è analogo, tanto per fare un esempio, a quello che si sostiene per spostarsi da Avezzano a Siracusa, percorrendo l’ex superstrada del Liri e poi ininterrottamente l’autostrada da Cassino alla meta. La linea ferroviaria tra l’Abruzzo e la capitale da tempo non è concorrenziale sulle lunghe tratte rispetto al trasporto su gomma, favorito da decenni di scelte politiche penalizzanti per i binari. Ora la si rende inefficiente anche per i percorsi brevi. La scelta di peggiorare il servizio rappresenta il primo passo per arrivare alla chiusura definitiva della nostra disprezzata linea ferroviaria. Scelte diverse in tema di mobilità sostenibile avrebbero potuto mantenere vitali le aree interne abruzzesi, con benefici per la qualità della vita di tutti. Appare invece chiaro che non abbiamo più un futuro davanti: troppi sacrifici attendono chi si ostina a vivere qui.