sabato 6 agosto 2016

Fanghi industriali dalla Toscana



Fanghi industriali dalla Toscana sversati nella Cava “Le Grottelle” a Collelongo

C’è un'elevata permeabilità del suolo: richiesto il monitoraggio sistematico dell’acqua di falda utilizzata per dissetare i cittadini di Villavallelonga, Collelongo, Trasacco, Luco dei Marsi e Avezzano

Un'altra emergenza ambientale sta emergendo dalla naturale quiete della Vallelonga. Dopo i titoli, comparsi anche su giornali nazionali, sullo scempio d'asfalto all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, con il sequestro del cantiere e l'avvio di indagini da parte della Procura della Repubblica, irrompe un altro caso. Si tratta del conferimento di fanghi presso la cava “Le Grottelle” a Collelongo, confinante con l'ex discarica già sequestrata. Fanghi provenienti da stabilimenti industriali della Toscana, nei quali una società di Lucca produce carta igienica ecologica. Nell’ambito di un controllo a campione, eseguito dall’ARTA in data 26/11/2015, è emerso che i rifiuti provenienti dagli stabilimenti di Porcari e di Diecimo, in provincia di Lucca, e conferiti alla cava gestita dalla Ditta Tamburro, non rispettano i limiti previsti dalla normativa, superandoli per centinaia di volte. Parliamo di idrocarburi pesanti denominati C10-C40, composti moderatamente volatili, trovati nelle matrici ambientali e derivanti da processi di disinchiostrazione nel riciclaggio della carta, che dovrebbero essere miscelati con terriccio. Nei suoi controlli, l’ARTA ha altresì evidenziato che la miscelazione non viene effettuata correttamente, in quanto è stata riscontrata la “presenza superficiale di un materiale non miscelato a terreno, delle stesse caratteristiche visive e olfattive del rifiuto conferito”.
La Provincia de L’Aquila aveva ordinato alla ditta la rimozione del materiale entro sei mesi, a decorrere da gennaio 2015, ma ad oggi il materiale inquinato è ancora presente nel sito. Nell’ultima Conferenza di servizi, tenutasi il 24 giugno 2016, e alla quale la ASL non ha presenziato, tali risultati hanno portato l’Ente di Governo del Servizio Idrico Integrato d’Abruzzo a richiedere importanti prescrizioni, a cominciare dai “monitoraggi sistematici della qualità dell’acqua prelevata da falda acquifera e riservata al consumo umano, vista l'elevata permeabilità del suolo rilevata”. E ancora: “Vista la direzione del flusso idrico della falda verso la piana del Fucino, confermata dal piano di caratterizzazione, è necessario eseguire un monitoraggio anche a valle dell'area di bonifica, in particolare per la presenza dei campi pozzo di Trasacco, fonte strategica prioritaria e insostituibile di alimentazione idrica dei territori comunali di Trasacco, Luco dei Marsi ed Avezzano”. Tutto questo per la vicinanza della cava con la sorgente Triolo e all’acquedotto del CAM.
Il presidente del WWF Abruzzo Montano Giuseppe Walter Delle Coste, informato di questo nuovo allarme ambientale e sanitario dai consiglieri di minoranza del comune di Collelongo, pone un quesito: “Il monitoraggio è fondamentale ed è bene averlo richiesto. Viene tuttavia da chiedersi che cosa accadrebbe se la falda finisse con l’essere contaminata e soprattutto: perché non si applica in un caso così evidente il principio di precauzione, a tutela della salute dei cittadini marsicani?”

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