Di Valter Frigioni
La giornata del 1° luglio, “Facciamo pace con le
Montagne”, organizzata da Mountain Wilderness con l’adesione di FederTrek, il
patrocinio di WWF, LIPU, ALTURA e la partecipazione attiva di Ethnobrain (accompagnatori di media montagna) e del CAI, si
è svolta in Abruzzo sul Gran Sasso d’Italia e sul Monte Sirente. La Struttura
Territoriale Locale del WWF Marsica ha partecipato all’escursione con propri
rappresentanti sul Monte Sirente, per porre l’attenzione sul fatto che la
montagna, che unitamente al Velino forma il Parco regionale omonimo, è in
pericolo per:
1. la prevista riduzione dell’attuale perimetro del
Parco da parte della Regione Abruzzo finalizzata al rilancio della speculazione
turistica ai danni del paesaggio, della flora, della fauna e della storia degli
abitanti locali;
2. il rinnovato tentativo di nuovi progetti di
collegamento sciistico tra Campo Felice e Ovindoli con la certezza di periodi
di innevamento sempre più scarsi e saltuari;
3. progetti di grande impatto ambientale e paesaggistico quali la realizzazione di almeno un campo da golf a Campo di Rovere(Rocca di Mezzo);
4. il mancato coinvolgimento della popolazione locale
in progetti di vera valorizzazione dell’ambiente, della storia e dell’arte;
5. la mancata valorizzazione delle peculiarità agricole e
pastorali degli altipiani.
L’escursione per molti di noi è iniziata già nei giorni
precedenti, con l’organizzazione, la raccolta delle adesioni, la preparazione psicofisica;
si è poi concretizzata nelle otto ore necessarie a compiere i circa 18 km di
tragitto andata e ritorno, con quasi mille metri di dislivello. La passeggiata può esservi raccontata dalle
tante immagini catturate dalle nostre reflex (basta andare sul nostro gruppo
facebook), ma vi assicuro che è solo vivendola, dopo aver scaldato i muscoli e cominciato ad inerpicarsi sui lunghi sentieri che avvicinano ad ogni passo la vetta nascosta, che si può comprendere a pieno
il significato profondo di questo giorno.
Il ritrovo: puntuali alle ore 7.30 ad Ovindoli, un breve
tragitto in automobile, poi i boschi, le lande desolate, un po’ di macchia
mediterranea, qualche pianta di cento colori fiorita; l’incontro con quadrupedi
ruminanti, poi il silenzio, per quasi due ore, interrotto poi dall’ ”intelligentone”
di turno che con il quad cerca di radunare alcuni cavalli. L’urlo di una
gentile donzella (invocante la Forestale) e il tizio scappa a gambe, pardon, ruote levate.
Siamo oltre i duemila
metri, i primi cenni di stanchezza ora sono segnali sempre più insistenti, ma
il paesaggio sta cambiando: ecco il valico che da sulle dolci colline della
valle Subequana oltre a fornirci spettacolari strapiombi ci fa respirare un
aria diversa. La vetta è vicina, il dolore passa, altri 200 metri di dislivello
e un’altra vista inaspettata: un nevaio dello spessore di circa 1 m ed un’area
approssimativa di circa 300 mq; poi eccone un altro, quasi marrone per il
calpestio di splendidi cavalli che pascolano allo stato brado.
Sono circa le
12.00 ed eccola, l’agognata cima, con la croce che individua il punto più alto:
2.348 m.
In breve il gruppo si ricompatta, come sempre accade sui
monti familiarizza con altri amanti della montagna, giunti in vetta, dopo gran
fatica, per il solo piacere di esserci e far sentire la propria voce alle
istituzioni: senza altri scopi, ma per fare pace, volendo, anche con chi non la
fa con le nostre montagne.<
Dall’alto il paesaggio è stupendo, la vista si perde
attraverso una leggera foschia, tra i rilievi del Gran Sasso d’Italia, del
Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Velino, della Serra di Celano e,
purtroppo, nello scempio delle piste da sci di Ovindoli.
La sosta però è breve, giusto il tempo di rifocillarsi e
riprendere le forze e il nostro gruppo inizia la discesa, non meno pesante per
le nostre articolazioni, ma altrettanto appagante come l’ascesa mattutina.
Qualche scatto ancora delle macchinette fotografiche per immortalare i
panorami della storica giornata in
difesa delle montagne italiane e non solo; poi un piccolo imprevisto per il
nostro amico Ciro che a metà percorso ci dà una mezza “suola”, (nel
vero senso della parola!), ma imperterrito porta a termine, entusiasta come
tutti, il percorso sino ai circa 1.400 m della Val d’Arano.
Il pomeriggio è inoltrato, giusto il tempo per la classica
conviviale, il saluto ai compagni di viaggio d’ogni dove giunti ed una
estasiante quanto fugace puntatina ai Piani di Pezza, spettacolare valle nel
silenzio della domenica, che tale vuole restare, nei secoli a venire (chi vuol
capire capirà!).
1 commenti:
Complimenti a Valter per il bel resoconto che ha redatto sulla faticosa e splendida giornata del primo luglio sul Sirente. per me e' stata un po' piu' dura perche' a meta' percorso dalla discesa della vetta mi hanno abbandonato quasi contemporaneamente i tacchi dei miei scarsi scarponi. La giornata e' stata importante per il nostro gruppo del WWF Marsica costituitosi da pochi mesi perche' ci ha permesso di conoscerci meglio e devo dire che il nostro gruppo e' formato da persone con una grande sensibilita' ambientalista come Valter, suo figlio Antonio e Tiziano. Un ringraziamento particolare va fatto agli amici Stefano, Sara e Lorenzo dell'associazione Ethnobrain che con la loro esperienza ci hanno guidato con i loro ottimi consigli nella salita e nella discesa del Sirente.
Ciro
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